Studio Bisson Studio Polifunzionale Bisson, Architettura, Design, Ingegneria, Legale. https://www.studiobisson.eu/index.php 2024-05-02T20:39:17Z Joomla! 1.5 - Open Source Content Management Resistenza strutturale a un Incendio 2011-01-24T15:43:38Z 2011-01-24T15:43:38Z https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=326:resistenza-strutturale-a-un-incendio&catid=51:casa-benessere-sicurezza&Itemid=742 Administrator info@studiobisson.eu <span style="font-size: 14pt;"><span style="font-family: andale mono,times;"><span style="color: #ff6600;"><strong><em>Qual'è la resistenza strutturale di una costruzione all'incendio</em></strong></span></span></span> <p>Quando si sviluppa un incendio in una costruzione, la prima preoccupazione è relativa all’incolumità delle persone che si trovano nei locali colpiti e nei limitrofi, nonché dei soccorritori. Questi ultimi pur se protetti adeguatamente dalle fiamme e dai fumi, devono contare sulle capacità di resistenza delle strutture per poter intervenire nei locali investiti dall’incendio.</p> <p>Quello che interessa e che le strutture abbiano una sufficiente capacità di resistenza in termine di “durata”, tale da consentire l’intervento dei Vigili del Fuoco all’interno delle costruzioni con adeguata sicurezza. Con questo scopo sono state stabilite delle curve temperatura-tempo convenzionali che rappresentano le condizioni più gravose di un incendio,in rapporto alle quali si stabilisce la capacità di un elemento,strutturale o non strutturale di rispondere in termini di resistenza, tenuta ed isolamento.</p> <p> </p> <p><em><strong> </strong></em></p> <h3><span style="font-family: andale mono,times;"><span style="color: #ff6600;"><em><strong>Danneggiamento strutturale</strong></em></span></span></h3> <p>Gli incendi reali presentano tutti una fase crescente, una fase di pieno sviluppo ed una fase decrescente di spegnimento in cui la struttura subisce inevitabilmente dei danneggiamenti. Il professionista interviene nella valutazione del livello di danneggiamento subito dalle strutture per arrivare a stabilirne il grado di sicurezza residuo e, nel caso questo risulti insufficiente, prevedere i provvedimenti di rinforzo e di ripristino necessari.</p> <p>La tendenza attuale dell’ingegneria strutturale è quella di prevedere per una struttura non solo la durata di resistenza ma anche il livello di danneggiamento in caso di un incendio “reale”,allo scopo di garantire un opportuno “livello di protezione”.</p> <p> </p> <h3><span style="font-family: andale mono,times;"><span style="color: #ff6600;"><em><strong>Criteri di verifica </strong></em></span></span></h3> <p>Criteri di verifica della sicurezza strutturale. Stabiliti i requisiti prestazionali richiesti dalla struttura, sono necessari vari criteri in base ai quali poter stabilire se il grado si sicurezza richiesto è effettivamente conseguito dalla struttura o dall’elemento strutturale in esame. La verifica della sicurezza viene affidata solo all’analisi dei singoli elementi strutturali considerati isolati ammettendo implicitamente che la sicurezza dell’ intero sistema strutturale sia garantita dalla sicurezza dei singoli componenti.</p> <p>La <strong><em>metodologia di progetto sperimentale</em></strong> presenta gli innegabili pregi di:</p> <ul> <li>Avere successo per molti anni,</li> <li>Avere a disposizione una vasta letteratura internazionale per l’interpretazione dei risultati.</li> </ul> <p>La <strong><em>metodologia di progetto analitica</em></strong> invece:</p> <ul> <li>Costi contenuti,</li> <li>Possibilità di analisi di interi elementi strutturali,</li> </ul> <p>Nessun limite alle dimensioni geometriche degli elementi, <em>La migliore metodologia si avrà dall’analisi del rapporto costi/benefici.</em></p> <p><em><br /></em></p> <div align="center"> <hr /> </div> <div><strong>Articoli correlati: </strong><a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=340:recupero-dei-crediti-approfondimento&catid=100&Itemid=243"> </a><strong><br /></strong><strong> </strong></div> <div><strong>Casi Studio:</strong><strong> </strong></div> <div><strong>Link esterni:</strong></div> <div align="center"> <hr /> </div> <p> </p> <span style="font-size: 14pt;"><span style="font-family: andale mono,times;"><span style="color: #ff6600;"><strong><em>Qual'è la resistenza strutturale di una costruzione all'incendio</em></strong></span></span></span> <p>Quando si sviluppa un incendio in una costruzione, la prima preoccupazione è relativa all’incolumità delle persone che si trovano nei locali colpiti e nei limitrofi, nonché dei soccorritori. Questi ultimi pur se protetti adeguatamente dalle fiamme e dai fumi, devono contare sulle capacità di resistenza delle strutture per poter intervenire nei locali investiti dall’incendio.</p> <p>Quello che interessa e che le strutture abbiano una sufficiente capacità di resistenza in termine di “durata”, tale da consentire l’intervento dei Vigili del Fuoco all’interno delle costruzioni con adeguata sicurezza. Con questo scopo sono state stabilite delle curve temperatura-tempo convenzionali che rappresentano le condizioni più gravose di un incendio,in rapporto alle quali si stabilisce la capacità di un elemento,strutturale o non strutturale di rispondere in termini di resistenza, tenuta ed isolamento.</p> <p> </p> <p><em><strong> </strong></em></p> <h3><span style="font-family: andale mono,times;"><span style="color: #ff6600;"><em><strong>Danneggiamento strutturale</strong></em></span></span></h3> <p>Gli incendi reali presentano tutti una fase crescente, una fase di pieno sviluppo ed una fase decrescente di spegnimento in cui la struttura subisce inevitabilmente dei danneggiamenti. Il professionista interviene nella valutazione del livello di danneggiamento subito dalle strutture per arrivare a stabilirne il grado di sicurezza residuo e, nel caso questo risulti insufficiente, prevedere i provvedimenti di rinforzo e di ripristino necessari.</p> <p>La tendenza attuale dell’ingegneria strutturale è quella di prevedere per una struttura non solo la durata di resistenza ma anche il livello di danneggiamento in caso di un incendio “reale”,allo scopo di garantire un opportuno “livello di protezione”.</p> <p> </p> <h3><span style="font-family: andale mono,times;"><span style="color: #ff6600;"><em><strong>Criteri di verifica </strong></em></span></span></h3> <p>Criteri di verifica della sicurezza strutturale. Stabiliti i requisiti prestazionali richiesti dalla struttura, sono necessari vari criteri in base ai quali poter stabilire se il grado si sicurezza richiesto è effettivamente conseguito dalla struttura o dall’elemento strutturale in esame. La verifica della sicurezza viene affidata solo all’analisi dei singoli elementi strutturali considerati isolati ammettendo implicitamente che la sicurezza dell’ intero sistema strutturale sia garantita dalla sicurezza dei singoli componenti.</p> <p>La <strong><em>metodologia di progetto sperimentale</em></strong> presenta gli innegabili pregi di:</p> <ul> <li>Avere successo per molti anni,</li> <li>Avere a disposizione una vasta letteratura internazionale per l’interpretazione dei risultati.</li> </ul> <p>La <strong><em>metodologia di progetto analitica</em></strong> invece:</p> <ul> <li>Costi contenuti,</li> <li>Possibilità di analisi di interi elementi strutturali,</li> </ul> <p>Nessun limite alle dimensioni geometriche degli elementi, <em>La migliore metodologia si avrà dall’analisi del rapporto costi/benefici.</em></p> <p><em><br /></em></p> <div align="center"> <hr /> </div> <div><strong>Articoli correlati: </strong><a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=340:recupero-dei-crediti-approfondimento&catid=100&Itemid=243"> </a><strong><br /></strong><strong> </strong></div> <div><strong>Casi Studio:</strong><strong> </strong></div> <div><strong>Link esterni:</strong></div> <div align="center"> <hr /> </div> <p> </p> Testo Unico per l'edilizia 2011-01-03T16:21:12Z 2011-01-03T16:21:12Z https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=300:testo-unico-per-ledilizia&catid=92:norme-e-leggi Administrator info@studiobisson.eu <div class="commento"></div> <div class="commento"> <p>Il D.P.R. n. 380 del 6 giugno 2001 recante<em> <strong>"Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia"</strong> </em>nella versione coordinata ed aggiornata con le modifiche introdotte dalla <a href="http://www.altalex.com/index.php?idnot=3500">Legge 448/2001</a>, dalla <a href="http://www.altalex.com/index.php?idnot=3962">Legge 166/2002</a>, dal <a href="http://www.altalex.com/index.php?idnot=5603">D.L. 301/2002</a>, dal <a href="http://www.altalex.com/index.php?idnot=1695">D.L. 269/2003</a>, dalla <a href="http://www.altalex.com/index.php?idnot=8525">Legge 311/2004</a> e dalla <a href="http://www.altalex.com/index.php?idnot=10118">Legge 246/2005</a>.</p> <p><em> <hr /> </em></p> </div> <div><strong>Testo Unico in materia Edilizia</strong><strong> (D.P.R. 380/2001)</strong></div> <br />(Testo coordinato ed aggiornato con le modifiche introdotte dalla <a href="http://www.altalex.com/index.php?idnot=3500">Legge 448/2001</a>, dalla <a href="http://www.altalex.com/index.php?idnot=3962">Legge 166/2002</a>, dal <a href="http://www.altalex.com/index.php?idnot=5603">D.L. 301/2002</a>, dal <a href="http://www.altalex.com/index.php?idnot=1695">D.L. 269/2003</a>, dalla <a href="http://www.altalex.com/index.php?idnot=8525">Legge 311/2004</a> e dalla <a href="http://www.altalex.com/index.php?idnot=10118">Legge 246/2005</a>) <blockquote dir="ltr"></blockquote> <p><strong>Parte I</strong></p> <ul> <li><a href="http://www.altalex.com/index.php?idnot=3600#parte1">Titolo I - Disposizioni generali</a> (Artt. 1-5) </li> <li><a href="http://www.altalex.com/index.php?idnot=34477">Titolo II - Titolo abitativi</a> (Artt. 6-23) </li> <li><a href="http://www.altalex.com/index.php?idnot=34478">Titolo III - Agibilità degli edifici</a> (Artt. 24-26) </li> <li><a href="http://www.altalex.com/index.php?idnot=34479">Titolo IV - Vigilanza sull'attività urbanistico edilizia, responsabilità e sanzioni</a> (Artt. 27-51)</li> </ul> <p><strong>Parte II</strong></p> <ul> <li><a href="http://www.altalex.com/index.php?idnot=34480">Capo I - Disposizioni di carattere generale</a> (Artt. 52-63) </li> <li><a href="http://www.altalex.com/index.php?idnot=34481">Capo II - Disciplina delle opere di conglomerato cementizio armato, normale e precompresso ed a struttura metallica</a> (Artt. 64-76) </li> <li><a href="http://www.altalex.com/index.php?idnot=34482">Capo III - Disposizioni per favorire il superamento e l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati, pubblici e privati aperti al pubblico</a> (Artt. 77-82) </li> <li><a href="http://www.altalex.com/index.php?idnot=34483">Capo IV - Provvedimenti per le costruzioni con particolari prescrizioni per le zone sismiche</a> (Artt. 83-106) </li> <li><a href="http://www.altalex.com/index.php?idnot=34484">Capo V - Norme per la sicurezza degli impianti</a> (Artt. 107-121) </li> <li><a href="http://www.altalex.com/index.php?idnot=34485">Capo VI - Norme per il contenimento del consumo di energia negli edifici</a> (Artt. 122-135)</li> </ul> <p><strong><a href="http://www.altalex.com/index.php?idnot=34486">Parte III - Disposizioni finali</a></strong> (Artt. 136-138) <hr /> </p> <p><span style="color: #ff6600;"><em><strong>Approfondimento Art.22 D.P.R. 380/2001 </strong></em></span></p> <p>Specifica che con la D.I.A. si possono eseguire lavori non inclusi tra quelli soggetti ad attività edilizia libera (art. 6 D.P.R. 380/2001), o al Permesso di costruire (art. 10 D.P.R. 380/2001). È pertanto richiesta la Denuncia di Inizio Attività per le opere di <strong>manutenzione straordinaria</strong>, <strong>restauro e risanamento conservativo</strong>, <strong>ristrutturazione edilizia</strong>.</p> <p><strong>Sono da considerarsi lavori di Manutenzione Straordinaria le seguenti opere:</strong></p> <div>- i lavori necessari per rinnovare e/o sostituire <strong>parti anche strutturali di edifici </strong>nonché per realizzare ed integrare i <strong>servizi igienico-sanitari e tecnologici</strong>, sempre che gli stessi non modifichino i volumi e le superfici delle singole unità immobiliari e non comportino variazioni delle destinazioni d'uso;</div> <div>- il rifacimento totale di <strong>intonaci</strong>, <strong>recinzioni e cancellate</strong>, <strong>manti di copertura </strong>e <strong>pavimentazioni esterne</strong>, con modificazioni dei tipi dei materiali esistenti, dei colori, nonchè il completo rifacimento di locali tecnici;<br /><br /> - il consolidamento e risanamento delle <strong>strutture verticali interne ed esterne</strong> comprendente anche il taglio delle murature alla base per isolamento dall'umidità di risalita;<br /><br /> - la sostituzione parziale e totale di <strong>strutture portanti orizzontali o verticali</strong>, senza modifica delle superfici e dei volumi dello stato di fatto;<br /><br /> - la <strong>ridistribuzione interna</strong> di singole unità immobiliari al fine di razionalizzarne l'uso anche attraverso la demolizione, la ricostruzione o la modifica di <strong>pareti interne </strong>tenendo tuttavia presente che per queste opere vanno comunque osservati i vincoli di intervento sugli immobili tutelati da vincoli;<br /><br /> - le opere necessarie al rinnovamento degli <strong>impianti </strong>e quelle finalizzate all'<strong>adeguamento tecnologico</strong> degli edifici industriali e artigianali purché le stesse non comportino aumento della superficie utile e/o variazione della destinazione d'uso;</div> <div>- le opere costituenti <strong>volumi tecnici</strong> al servizio di edifici già esistenti;<br /><br /> - i lavori finalizzati all' <strong> abbattimento delle barriere architettoniche</strong> che comportino la costruzione di rampe o di ascensori esterni, oppure di manufatti che alterino la sagoma dell'edificio;</div> <p>Con tale strumento si possono inoltre realizzare anche <strong>varianti a Permessi di Costruire</strong> che non comportino variazioni di volumi, sagoma o superfici utili, oppure opere di nuova costruzione, nel caso in cui sia stato approvato un Piano Particolareggiato e te tipologie edilizie siano state già definite. Questa D.I.A. con poteri ampliati è conosciuta come Super D.I.A. e comporta il pagamento di oneri.</p> <p>La D.I.A. segue il meccanismo del <strong>silenzio-assenso</strong>: una volta effettuata la comunicazione, decorsi 30 giorni dalla data del protocollo, il richiedente può dare inizio ai lavori.</p> <p> </p> <hr /> <p><strong><em>Fonte:</em></strong><a href="http://www.altalex.com/index.php?idnot=3600"> </a><a href="http://www.altalex.com/index.php?idnot=3600">www.altalex.com</a></p> <div class="commento"></div> <div class="commento"> <p>Il D.P.R. n. 380 del 6 giugno 2001 recante<em> <strong>"Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia"</strong> </em>nella versione coordinata ed aggiornata con le modifiche introdotte dalla <a href="http://www.altalex.com/index.php?idnot=3500">Legge 448/2001</a>, dalla <a href="http://www.altalex.com/index.php?idnot=3962">Legge 166/2002</a>, dal <a href="http://www.altalex.com/index.php?idnot=5603">D.L. 301/2002</a>, dal <a href="http://www.altalex.com/index.php?idnot=1695">D.L. 269/2003</a>, dalla <a href="http://www.altalex.com/index.php?idnot=8525">Legge 311/2004</a> e dalla <a href="http://www.altalex.com/index.php?idnot=10118">Legge 246/2005</a>.</p> <p><em> <hr /> </em></p> </div> <div><strong>Testo Unico in materia Edilizia</strong><strong> (D.P.R. 380/2001)</strong></div> <br />(Testo coordinato ed aggiornato con le modifiche introdotte dalla <a href="http://www.altalex.com/index.php?idnot=3500">Legge 448/2001</a>, dalla <a href="http://www.altalex.com/index.php?idnot=3962">Legge 166/2002</a>, dal <a href="http://www.altalex.com/index.php?idnot=5603">D.L. 301/2002</a>, dal <a href="http://www.altalex.com/index.php?idnot=1695">D.L. 269/2003</a>, dalla <a href="http://www.altalex.com/index.php?idnot=8525">Legge 311/2004</a> e dalla <a href="http://www.altalex.com/index.php?idnot=10118">Legge 246/2005</a>) <blockquote dir="ltr"></blockquote> <p><strong>Parte I</strong></p> <ul> <li><a href="http://www.altalex.com/index.php?idnot=3600#parte1">Titolo I - Disposizioni generali</a> (Artt. 1-5) </li> <li><a href="http://www.altalex.com/index.php?idnot=34477">Titolo II - Titolo abitativi</a> (Artt. 6-23) </li> <li><a href="http://www.altalex.com/index.php?idnot=34478">Titolo III - Agibilità degli edifici</a> (Artt. 24-26) </li> <li><a href="http://www.altalex.com/index.php?idnot=34479">Titolo IV - Vigilanza sull'attività urbanistico edilizia, responsabilità e sanzioni</a> (Artt. 27-51)</li> </ul> <p><strong>Parte II</strong></p> <ul> <li><a href="http://www.altalex.com/index.php?idnot=34480">Capo I - Disposizioni di carattere generale</a> (Artt. 52-63) </li> <li><a href="http://www.altalex.com/index.php?idnot=34481">Capo II - Disciplina delle opere di conglomerato cementizio armato, normale e precompresso ed a struttura metallica</a> (Artt. 64-76) </li> <li><a href="http://www.altalex.com/index.php?idnot=34482">Capo III - Disposizioni per favorire il superamento e l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati, pubblici e privati aperti al pubblico</a> (Artt. 77-82) </li> <li><a href="http://www.altalex.com/index.php?idnot=34483">Capo IV - Provvedimenti per le costruzioni con particolari prescrizioni per le zone sismiche</a> (Artt. 83-106) </li> <li><a href="http://www.altalex.com/index.php?idnot=34484">Capo V - Norme per la sicurezza degli impianti</a> (Artt. 107-121) </li> <li><a href="http://www.altalex.com/index.php?idnot=34485">Capo VI - Norme per il contenimento del consumo di energia negli edifici</a> (Artt. 122-135)</li> </ul> <p><strong><a href="http://www.altalex.com/index.php?idnot=34486">Parte III - Disposizioni finali</a></strong> (Artt. 136-138) <hr /> </p> <p><span style="color: #ff6600;"><em><strong>Approfondimento Art.22 D.P.R. 380/2001 </strong></em></span></p> <p>Specifica che con la D.I.A. si possono eseguire lavori non inclusi tra quelli soggetti ad attività edilizia libera (art. 6 D.P.R. 380/2001), o al Permesso di costruire (art. 10 D.P.R. 380/2001). È pertanto richiesta la Denuncia di Inizio Attività per le opere di <strong>manutenzione straordinaria</strong>, <strong>restauro e risanamento conservativo</strong>, <strong>ristrutturazione edilizia</strong>.</p> <p><strong>Sono da considerarsi lavori di Manutenzione Straordinaria le seguenti opere:</strong></p> <div>- i lavori necessari per rinnovare e/o sostituire <strong>parti anche strutturali di edifici </strong>nonché per realizzare ed integrare i <strong>servizi igienico-sanitari e tecnologici</strong>, sempre che gli stessi non modifichino i volumi e le superfici delle singole unità immobiliari e non comportino variazioni delle destinazioni d'uso;</div> <div>- il rifacimento totale di <strong>intonaci</strong>, <strong>recinzioni e cancellate</strong>, <strong>manti di copertura </strong>e <strong>pavimentazioni esterne</strong>, con modificazioni dei tipi dei materiali esistenti, dei colori, nonchè il completo rifacimento di locali tecnici;<br /><br /> - il consolidamento e risanamento delle <strong>strutture verticali interne ed esterne</strong> comprendente anche il taglio delle murature alla base per isolamento dall'umidità di risalita;<br /><br /> - la sostituzione parziale e totale di <strong>strutture portanti orizzontali o verticali</strong>, senza modifica delle superfici e dei volumi dello stato di fatto;<br /><br /> - la <strong>ridistribuzione interna</strong> di singole unità immobiliari al fine di razionalizzarne l'uso anche attraverso la demolizione, la ricostruzione o la modifica di <strong>pareti interne </strong>tenendo tuttavia presente che per queste opere vanno comunque osservati i vincoli di intervento sugli immobili tutelati da vincoli;<br /><br /> - le opere necessarie al rinnovamento degli <strong>impianti </strong>e quelle finalizzate all'<strong>adeguamento tecnologico</strong> degli edifici industriali e artigianali purché le stesse non comportino aumento della superficie utile e/o variazione della destinazione d'uso;</div> <div>- le opere costituenti <strong>volumi tecnici</strong> al servizio di edifici già esistenti;<br /><br /> - i lavori finalizzati all' <strong> abbattimento delle barriere architettoniche</strong> che comportino la costruzione di rampe o di ascensori esterni, oppure di manufatti che alterino la sagoma dell'edificio;</div> <p>Con tale strumento si possono inoltre realizzare anche <strong>varianti a Permessi di Costruire</strong> che non comportino variazioni di volumi, sagoma o superfici utili, oppure opere di nuova costruzione, nel caso in cui sia stato approvato un Piano Particolareggiato e te tipologie edilizie siano state già definite. Questa D.I.A. con poteri ampliati è conosciuta come Super D.I.A. e comporta il pagamento di oneri.</p> <p>La D.I.A. segue il meccanismo del <strong>silenzio-assenso</strong>: una volta effettuata la comunicazione, decorsi 30 giorni dalla data del protocollo, il richiedente può dare inizio ai lavori.</p> <p> </p> <hr /> <p><strong><em>Fonte:</em></strong><a href="http://www.altalex.com/index.php?idnot=3600"> </a><a href="http://www.altalex.com/index.php?idnot=3600">www.altalex.com</a></p> Analisi di un incendio (approfondimento) 2010-09-28T14:55:23Z 2010-09-28T14:55:23Z https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=280:analisi-incendio-&catid=51:casa-benessere-sicurezza&Itemid=742 Administrator info@studiobisson.eu <p><span style="color: #ff6600;"><span style="font-size: 14pt;"><span style="font-family: andale mono,times;"><em><strong>Qual'è l'azione di un incendio?</strong></em></span></span></span></p> <div> <p>L’<em>incendio</em> agisce sulla struttura riscaldandone gli elementi,provocando dilatazioni,coazioni e degrado dei materiali. È la temperatura il parametro principale che governa la risposta dei materiali, l’azione incendio viene pertanto descritta attraverso l’evoluzione nel tempo della temperatura dei gas caldi, prodotti dalla combustione che trasmettono calore per convezione e irraggiamento alla struttura.</p> </div> <div> <p>Le modalità di evoluzione di un incendio sono molteplici e dipendono da molti fattori. In generale può essere individuata&nbsp;&nbsp;&nbsp; una prima fase di innesco caratterizzata da temperature crescenti ma non molto elevate. Se non si verifica un’autoestinzione, alla fase d’innesco segue un’estensione rapida ed incontrollata della combustione, tale da renderla irreversibile e generalizzata. Questa condizione viene detta “flash-over” oltre la quale inizia la fase di sviluppo pieno dell’incendio,producendo un notevole innalzamento della temperatura fino a un massimo, quando inizia ad esaurirsi il materiale combustibile. Segue la fase di spegnimento, la temperatura subisce una riduzione progressiva e lenta.</p> </div> <div> <p>Per quando riguarda la prevenzione degli incendi i parametri che influiscono sullo sviluppo dell’incendio sono la natura e la quantità dei materiali combustibili, le modalità di apporto del comburente (ossigeno), la presenza di provvedimenti atti a circoscrivere spazialmente i fenomeni (compartimentazione) o ad ostacolarne lo sviluppo (impianti di spegnimento automatico).</p> <p> <hr /> </p> </div> <span style="color: #ff6600;"><span style="font-family: andale mono,times;"><span style="font-size: 14pt;"><em><strong>Omologazione di conformità VV.F.</strong></em></span></span></span> <p>La certificazione di appartenenza di un componente o di una struttura ad una certa classe di resistenza al fuoco si ottiene nella maggior parte dei casi per via sperimentale tramite una prova presso un laboratorio abilitato dal Ministero dell’Interno, sul quale lo stesso ministero esercita attività di sorveglianza. Conformemente a quanto prescritto dal D.M. 4/5/1998, la valutazione della resistenza al fuoco può essere anche di tipo analitico o tabellare e quindi può essere definita secondo la Circolare 91 del 14/9/1961 e le norme UNI 9502, UNI 9503, UNI 9504 (quest’ultime solo per le strutture in cls).</p> <p><br /> Per valutare la resistenza al fuoco di un elemento costruttivo in laterizio<sup></sup> il riferimento principale è quanto indicato all’interno della Circolare n. 91 del Ministero degli Interni, del 14/9/1961 (“Norme di sicurezza per la protezione contro il fuoco dei fabbricati a struttura in acciaio destinati ad uso civile”). Anche se il titolo può trarre in inganno, il campo di applicabilità della Circolare è stato esteso, nel corso degli anni, anche ai fabbricati in calcestruzzo armato e/o precompresso, in legno, a struttura mista, in muratura, ecc., di destinazione anche diversa da quella di uso civile.</p> <br /> <div>È anche opportuno ricordare che, nel caso della resistenza al fuoco, l’omologazione dell’elemento è richiesta solo per alcune tipologie di prodotti, quali le porte ed altri elementi di chiusura (si veda D.M. 14/12/1993). Per contro il Ministero dell’Interno non prevede per le certificazioni di resistenza al fuoco su pareti in laterizio alcuna procedura di omologazione (si veda in proposito il chiarimento del Laboratorio del Centro Studi del Ministero dell’Interno riportato di seguito). Il produttore che detiene la certificazione è tenuto infine a rilasciare una “Dichiarazione di conformità” del materiale fornito al prototipo testato.</div> <div></div> <div></div> <div></div> <div></div> <div align="center"> <hr /> </div> <div><strong>Articoli correlati: </strong><a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=251:equilibrio-termico&catid=51&Itemid=742">Equilibrio Termico</a> , <a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=61&Itemid=723">Progettazione impianti</a> , <a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=71:certificazione-energetica&catid=35&Itemid=644">Certificazione energetica</a><strong><br /></strong></div> <div><strong>Casi Studio: </strong><a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=section&id=11&Itemid=59">Casi Studio &gt;&gt;</a> <a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=category&layout=blog&id=51&Itemid=742">Casa, Benessere, Sicurezza &gt;&gt;</a></div> <div><strong>Link esterni:</strong></div> <p><span style="color: #ff6600;"><span style="font-size: 14pt;"><span style="font-family: andale mono,times;"><em><strong>Qual'è l'azione di un incendio?</strong></em></span></span></span></p> <div> <p>L’<em>incendio</em> agisce sulla struttura riscaldandone gli elementi,provocando dilatazioni,coazioni e degrado dei materiali. È la temperatura il parametro principale che governa la risposta dei materiali, l’azione incendio viene pertanto descritta attraverso l’evoluzione nel tempo della temperatura dei gas caldi, prodotti dalla combustione che trasmettono calore per convezione e irraggiamento alla struttura.</p> </div> <div> <p>Le modalità di evoluzione di un incendio sono molteplici e dipendono da molti fattori. In generale può essere individuata&nbsp;&nbsp;&nbsp; una prima fase di innesco caratterizzata da temperature crescenti ma non molto elevate. Se non si verifica un’autoestinzione, alla fase d’innesco segue un’estensione rapida ed incontrollata della combustione, tale da renderla irreversibile e generalizzata. Questa condizione viene detta “flash-over” oltre la quale inizia la fase di sviluppo pieno dell’incendio,producendo un notevole innalzamento della temperatura fino a un massimo, quando inizia ad esaurirsi il materiale combustibile. Segue la fase di spegnimento, la temperatura subisce una riduzione progressiva e lenta.</p> </div> <div> <p>Per quando riguarda la prevenzione degli incendi i parametri che influiscono sullo sviluppo dell’incendio sono la natura e la quantità dei materiali combustibili, le modalità di apporto del comburente (ossigeno), la presenza di provvedimenti atti a circoscrivere spazialmente i fenomeni (compartimentazione) o ad ostacolarne lo sviluppo (impianti di spegnimento automatico).</p> <p> <hr /> </p> </div> <span style="color: #ff6600;"><span style="font-family: andale mono,times;"><span style="font-size: 14pt;"><em><strong>Omologazione di conformità VV.F.</strong></em></span></span></span> <p>La certificazione di appartenenza di un componente o di una struttura ad una certa classe di resistenza al fuoco si ottiene nella maggior parte dei casi per via sperimentale tramite una prova presso un laboratorio abilitato dal Ministero dell’Interno, sul quale lo stesso ministero esercita attività di sorveglianza. Conformemente a quanto prescritto dal D.M. 4/5/1998, la valutazione della resistenza al fuoco può essere anche di tipo analitico o tabellare e quindi può essere definita secondo la Circolare 91 del 14/9/1961 e le norme UNI 9502, UNI 9503, UNI 9504 (quest’ultime solo per le strutture in cls).</p> <p><br /> Per valutare la resistenza al fuoco di un elemento costruttivo in laterizio<sup></sup> il riferimento principale è quanto indicato all’interno della Circolare n. 91 del Ministero degli Interni, del 14/9/1961 (“Norme di sicurezza per la protezione contro il fuoco dei fabbricati a struttura in acciaio destinati ad uso civile”). Anche se il titolo può trarre in inganno, il campo di applicabilità della Circolare è stato esteso, nel corso degli anni, anche ai fabbricati in calcestruzzo armato e/o precompresso, in legno, a struttura mista, in muratura, ecc., di destinazione anche diversa da quella di uso civile.</p> <br /> <div>È anche opportuno ricordare che, nel caso della resistenza al fuoco, l’omologazione dell’elemento è richiesta solo per alcune tipologie di prodotti, quali le porte ed altri elementi di chiusura (si veda D.M. 14/12/1993). Per contro il Ministero dell’Interno non prevede per le certificazioni di resistenza al fuoco su pareti in laterizio alcuna procedura di omologazione (si veda in proposito il chiarimento del Laboratorio del Centro Studi del Ministero dell’Interno riportato di seguito). Il produttore che detiene la certificazione è tenuto infine a rilasciare una “Dichiarazione di conformità” del materiale fornito al prototipo testato.</div> <div></div> <div></div> <div></div> <div></div> <div align="center"> <hr /> </div> <div><strong>Articoli correlati: </strong><a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=251:equilibrio-termico&catid=51&Itemid=742">Equilibrio Termico</a> , <a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=61&Itemid=723">Progettazione impianti</a> , <a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=71:certificazione-energetica&catid=35&Itemid=644">Certificazione energetica</a><strong><br /></strong></div> <div><strong>Casi Studio: </strong><a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=section&id=11&Itemid=59">Casi Studio &gt;&gt;</a> <a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=category&layout=blog&id=51&Itemid=742">Casa, Benessere, Sicurezza &gt;&gt;</a></div> <div><strong>Link esterni:</strong></div> Intensità della radiazione solare 2010-09-24T14:32:06Z 2010-09-24T14:32:06Z https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=277:intensita-della-radiazione-solare-&catid=51:casa-benessere-sicurezza&Itemid=742 Administrator info@studiobisson.eu <p style="text-align: left;">Nella stagione fredda, l'energia solare può dare un contributo significativo al fabbisogno energetico degli edifici. A tal fine vengono utilizzati i seguenti meccanismi:</p> <p style="text-align: left;">- la captazione solare, in cui l'energia solare captata viene trasformata in calore;</p> <p style="text-align: left;">- l'accumulo termico, in cui il calore captato durante il giorno viene accumulato per un uso successivo;</p> <p style="text-align: left;">- la distribuzione del calore, in cui il calore captato/accumulato viene indirizzato alle parti dell'edificio che è necessario riscaldare;</p> <p style="text-align: left;">- conservazione del calore, in cui il calore è mantenuto nell'edificio il più a lungo possibile.</p> <div style="text-align: left;"></div> <p style="text-align: left;"> </p> I sistemi solari passivi si dividono in diretti, indiretti ed isolati.&nbsp; Il sistema diretto, quello più comune, presenta ampie vetrate esposte a sud, aperte direttamente sull'ambiente interno, che dispone di sufficienti masse di accumulo termico. I principali sistemi indiretti sono: il muro termico, il muro di Trombe e le serre.&nbsp; <div style="text-align: left;"></div> <p style="text-align: left;"><span style="color: #ff6600;"><em><strong><span style="font-size: 14pt;">&nbsp;</span><span style="font-family: andale mono,times;"><span style="font-size: 14pt;">Captare l' energia solare</span></span></strong></em></span></p> <div style="text-align: left;"></div> <p style="text-align: left;"><span style="color: #333333;">Occorre collocare gli spazi in relazione ai loro bisogni di riscaldamento, al fine di minimizzare la domanda totale di energia. Gli spazi che richiedono un riscaldamento continuo devono essere orientati a Sud, in modo da sfruttare al massimo gli apporti solari. L'effetto della radiazione solare su un edificio non è dovuto esclusivamente alle finestre, ma anche alla capacità di accumulare calore nella struttura edilizia nel suo complesso.</span></p> <div style="text-align: left;"></div> <p style="text-align: left;"><span style="color: #333333;">Favorire l'ingresso ed il contributo della radiazione solare rappresenta la principale strategia di riscaldamento passivo. Si parla di guadagno diretto quando la radiazione entra direttamente nello spazio da riscaldare attraverso ampie superfici vetrate. Dimensioni, forme e orientamento delle finestre possono influire sull'entità dei guadagni solari e così anche il vetro, a seconda delle sue caratteristiche (vetro singolo/vetro doppio), contribuisce a contenere le perdite di calore. </span></p> <div style="text-align: left;"></div> <p style="text-align: left;"><span style="color: #333333;">Si definisce serra solare uno spazio abitabile in vetro, contiguo ma separato dal locale soggiorno, che assorbe la radiazione solare, fornendo un netto contributo per il riscaldamento quando la sua temperatura risulta superiore a quella degli ambienti interni. Durante l'inverno, in particolare, essa svolge anche una funzione di spazio- filtro riducendo le dispersioni di calore verso l'esterno. Diversamente in estate la serra può produrre fenomeni di surriscaldamento e occorre quindi ostacolare l'ingresso della radiazione solare tramite schermature e favorire la fuoriuscita dell'aria calda attraverso apposite aperture.</span></p> <br /> <p> </p> <div style="text-align: center;"> <hr /> </div> <div><strong>Articoli correlati: </strong><a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=251:equilibrio-termico&catid=51&Itemid=742">Equilibrio Termico</a> , <a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=61&Itemid=723">Progettazione impianti</a> , <a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=71:certificazione-energetica&catid=35&Itemid=644">Certificazione energetica</a><strong><br /></strong></div> <div><strong>Casi Studio: </strong><a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=section&id=11&Itemid=59">Casi Studio &gt;&gt;</a> <a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=category&layout=blog&id=51&Itemid=742">Casa, Benessere, Sicurezza &gt;&gt;</a></div> <div><strong>Link esterni:</strong></div> <div style="text-align: center;"> <hr /> </div> <p style="text-align: left;">Nella stagione fredda, l'energia solare può dare un contributo significativo al fabbisogno energetico degli edifici. A tal fine vengono utilizzati i seguenti meccanismi:</p> <p style="text-align: left;">- la captazione solare, in cui l'energia solare captata viene trasformata in calore;</p> <p style="text-align: left;">- l'accumulo termico, in cui il calore captato durante il giorno viene accumulato per un uso successivo;</p> <p style="text-align: left;">- la distribuzione del calore, in cui il calore captato/accumulato viene indirizzato alle parti dell'edificio che è necessario riscaldare;</p> <p style="text-align: left;">- conservazione del calore, in cui il calore è mantenuto nell'edificio il più a lungo possibile.</p> <div style="text-align: left;"></div> <p style="text-align: left;"> </p> I sistemi solari passivi si dividono in diretti, indiretti ed isolati.&nbsp; Il sistema diretto, quello più comune, presenta ampie vetrate esposte a sud, aperte direttamente sull'ambiente interno, che dispone di sufficienti masse di accumulo termico. I principali sistemi indiretti sono: il muro termico, il muro di Trombe e le serre.&nbsp; <div style="text-align: left;"></div> <p style="text-align: left;"><span style="color: #ff6600;"><em><strong><span style="font-size: 14pt;">&nbsp;</span><span style="font-family: andale mono,times;"><span style="font-size: 14pt;">Captare l' energia solare</span></span></strong></em></span></p> <div style="text-align: left;"></div> <p style="text-align: left;"><span style="color: #333333;">Occorre collocare gli spazi in relazione ai loro bisogni di riscaldamento, al fine di minimizzare la domanda totale di energia. Gli spazi che richiedono un riscaldamento continuo devono essere orientati a Sud, in modo da sfruttare al massimo gli apporti solari. L'effetto della radiazione solare su un edificio non è dovuto esclusivamente alle finestre, ma anche alla capacità di accumulare calore nella struttura edilizia nel suo complesso.</span></p> <div style="text-align: left;"></div> <p style="text-align: left;"><span style="color: #333333;">Favorire l'ingresso ed il contributo della radiazione solare rappresenta la principale strategia di riscaldamento passivo. Si parla di guadagno diretto quando la radiazione entra direttamente nello spazio da riscaldare attraverso ampie superfici vetrate. Dimensioni, forme e orientamento delle finestre possono influire sull'entità dei guadagni solari e così anche il vetro, a seconda delle sue caratteristiche (vetro singolo/vetro doppio), contribuisce a contenere le perdite di calore. </span></p> <div style="text-align: left;"></div> <p style="text-align: left;"><span style="color: #333333;">Si definisce serra solare uno spazio abitabile in vetro, contiguo ma separato dal locale soggiorno, che assorbe la radiazione solare, fornendo un netto contributo per il riscaldamento quando la sua temperatura risulta superiore a quella degli ambienti interni. Durante l'inverno, in particolare, essa svolge anche una funzione di spazio- filtro riducendo le dispersioni di calore verso l'esterno. Diversamente in estate la serra può produrre fenomeni di surriscaldamento e occorre quindi ostacolare l'ingresso della radiazione solare tramite schermature e favorire la fuoriuscita dell'aria calda attraverso apposite aperture.</span></p> <br /> <p> </p> <div style="text-align: center;"> <hr /> </div> <div><strong>Articoli correlati: </strong><a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=251:equilibrio-termico&catid=51&Itemid=742">Equilibrio Termico</a> , <a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=61&Itemid=723">Progettazione impianti</a> , <a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=71:certificazione-energetica&catid=35&Itemid=644">Certificazione energetica</a><strong><br /></strong></div> <div><strong>Casi Studio: </strong><a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=section&id=11&Itemid=59">Casi Studio &gt;&gt;</a> <a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=category&layout=blog&id=51&Itemid=742">Casa, Benessere, Sicurezza &gt;&gt;</a></div> <div><strong>Link esterni:</strong></div> <div style="text-align: center;"> <hr /> </div> Riscaldamento domestico 2010-09-23T16:25:46Z 2010-09-23T16:25:46Z https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=276:riscaldamento-domestico&catid=51:casa-benessere-sicurezza&Itemid=742 Administrator info@studiobisson.eu <p>Per riscaldare gli ambienti domestici si possono usare diversi metodi e diversi prodotti:</p> <p><span style="font-size: 14pt;"><span style="font-family: andale mono,times;"><strong> <span style="color: #ff6600;"><em>Pannelli radianti</em></span></strong></span></span></p> <p>I pannelli radianti, come fonte di riscaldamento, hanno il vantaggio, per quanto riguarda l'arredamento di un locale, di non interferire nella disposizione e di non creare problemi di ordine estetico. Infatti sono costituiti da serpentine di tubazioni annegate nelle strutture orizzontali o verticali della casa: si possono avere cosi pannelli a soffitto, pannelli a pavimento, e pannelli a parete. La temperatura dell'acqua, in questi pannelli, non deve superare normalmente i 45-50 °C perchè il calore non danneggi le strutture murarie. Il sistema a pannelli può essere usato, se appositamente disposto, per il raffrescamento estivo.</p> <p><span style="font-size: 14pt;"><strong><em><span style="color: #ff6600;"><span style="font-family: andale mono,times;">Termoconvettori</span></span></em></strong></span></p> <p>È un sistema di riscaldamento che prevede tubi (allacciati alle condutture di andata e ritorno dell'acqua) su cui sono fissati elementi ad alette, sistemati in nicchie in parte chiuse da uno schermo, che di solito è in metallo. L'aria entra dall’apertura inferiore dello schermo, attraversa il termoconvettore e esce riscaldata dall'apertura superiore. La nicchia in cui è sistemato il termoconvettore si comporta come un piccolo camino attivando la circolazione dell’aria. Più la nicchia è alta e più aumenta la circolazione dell'aria attraverso il termoconvettore, e di conseguenza aumenta il rendimento. Quando non sono in nicchia, si presentano come « cassette » che potrebbero essere scambiate per copricalofireri.</p> <hr /> <br /> <p><span style="font-size: 14pt;"><strong><em><span style="color: #ff6600;"><span style="font-family: andale mono,times;">Termoventilazione</span></span></em></strong></span></p> <p>Gli impianti di riscaldamento tendono a portare a valori « ottimi » l'aria degli ambienti, ma le sensazioni di « benessere » dipendono, oltre che dalla temperatura, anche dalla purezza, dalla velocità e dall'umidità relativa dell'aria. Gli impianti di condizionamento sono in grado di controllare tutte queste « voci »: con la termoventilazione, che è qualcosa di intermedio tra il riscaldamento e il condizionamento integrale, si agisce (solo in inverno però) sulla temperatura, sulla velocità e sulla purezza dell'aria. L'impianto di termoventilazione nelle abitazioni private è soprattutto indicato in quegli ambienti dove c'è poco ricambio naturale d'aria, come per esempio nei seminterrati oppure nelle case costituzionalmente umide.</p> <p><span style="font-size: 14pt;"><em><span style="color: #ff6600;"><span style="font-family: andale mono,times;"><strong>Gas</strong></span></span></em></span></p> <p>È tra i combustibili usati in tutto il mondo per alimentare stufe e caldaie di impianti termici. Il problema centrale degli impianti a gas è la sicurezza, e tutti dovrebbero conoscere le norme che regolano l'impiego del gas combustibile prima di usufruire di questo mezzo di riscaldamento. Perché, se alcuni gas non sono di per sé tossici, la loro combustione in un ambiente povero di ossigeno genera il mortale ossido di carbonio. Un impianto di riscaldamento con stufe a gas deve quindi essere fatto da uno specialista (mentre fornelli, cucine o stufette possono essere installati da chiunque, sempre rispettando certe norme di sicurezza). Per esempio, è imprudente mettere apparecchi a gas in bagno, nelle camere da letto o in locali sotterranei dove i gas tossici potrebbero ristagnare.</p> <p><span style="font-family: andale mono,times;"><em><strong><span style="font-size: 14pt;"><span style="color: #ff6600;">I Radiatori (caloriferi)</span></span><br /> </strong></em></span></p> <p>La loro forma è studiata per favorire il più possibile la trasmissione di calore, e perché questo avvenga con il massimo rendimento è bene che gli elementi dei radiatori non siano mai verniciati con pittura lucida. Negli ambienti di piccole dimensioni, quando lo spazio deve essere sfruttato al centimetro, si possono anche usare : le piastre radianti, lisce o leggermente nervate, in ghisa o in acciaio. La sistemazione sottofinestra dei radiatori è la più adatta a una buona distribuzione della temperatura negli ambienti: oggi, in clima di risparmio energetico, qualcuno la sconsiglia. Quando i radiatori sono messi in nicchia o dissimulati da uno schermo frontale, perdono una parte della loro efficienza: meglio quindi lasciarli in vista senza preoccuparsi troppo, sul piano estetico, della loro presenza. Si potranno tinteggiare nel colore delle pareti oppure in quello predominante della tappezzeria, se questa fosse a disegni di diverse tinte. Comunque, se si dovesse nascondere un radiatore in un mobile, per esempio per incorporarlo in una parete - libreria, bisogna che il calore abbia libero sfogo attraverso il pannello frontale che può avere una feritoia in alto e in basso, oppure essere costituito da una grata metallica, da un'antina a persiana o in paglia di Vienna. Per evitare danni ai mobili, bisogna avere l'accortezza di rivestire con fogli di amianto le parti in legno che confinano con il radiatore.</p> <p><span style="font-size: 14pt;"><span style="color: #ff6600;"><strong><em><span style="font-family: andale mono,times;">Camini</span></em></strong></span></span></p> <p>L'aspetto esteriore è senz'altro importante, ma è indispensabile che il funzionamento sia perfetto. Se la canna fumaria è già predisposta e il camino messo in quella certa zona non favorisse una buona disposizione dei mobili, si potrà spostarlo sulla stessa parete, collegandolo alla canna fumaria con una conduttura che avrà al massimo l'inclinazione di 45 gradi. Se il camino fosse troppo lontano dalla canna fumaria e l'inclinazione superasse i 45 gradi, il tiraggio risulterebbe difficile. Per facilitare il deflusso del fumo è necessario che la cappa non sia troppo bassa rispetto all'altezza del focolare, e inoltre la linea che unisce la cappa con la canna fumaria deve essere dolce e ascendente, senza nessun angolo vivo.</p> <p><span style="font-size: 14pt;"><em><span style="color: #ff6600;"><span style="font-family: andale mono,times;"><strong>Camini moderni</strong></span></span></em></span></p> <p>I camini moderni in genere sono costituiti da monoblocco con vetro apribile a scomparsa e con ventilatori per emissione di aria calda, il rivestimento è in marmo o legno.<br /> Il camino ad angolo è ideale per locali di piccole dimensioni, dato il suo ingombro ridotto. Per inserirlo in un arredamento moderno il monoblocco può essere rivestito con una semplice strollatura, oppure completato con uno dei rivestimenti disponibili.<br /> Sono dotati di uscita fumi circolare, in modo da consentire l'utilizzo di canne fumarie prefabbricate in acciaio inox.</p> <p><span style="font-size: 14pt;"><em><span style="color: #ff6600;"><span style="font-family: andale mono,times;"><strong>Camini rustici</strong></span></span></em></span></p> <p>I camini rustici sono aperti e caratterizzati da specifiche lavorazioni del rivestimento, in marmo, pietra o legno. Vengono infatti effettuate particolari procedure sui rivestimenti per la creazione di superfici irregolari che donano un aspetto rustico. <br /> Sono ideali per le case di campagna, le taverne e ogni altro luogo dove ritrovare il piacere della tradizione. La pulizia delle canna fumaria deve essere effettuata all'inizio di ogni stagione per evitare possibili incendi, l'esterno del caminetto può essere rivestito con motivi floreali o con appositi oggetti. I caminetti prefabbricati a focolare aperto assicurano, insieme al piacere del fuoco, anche una integrazione al riscaldamento domestico, ottenuta sia per irraggiamento attraverso il focolare, sia tramite distribuzione di aria calda.</p> <p><span style="font-size: 14pt;"><em><span style="color: #ff6600;"><span style="font-family: andale mono,times;"><strong>Rivestimenti camini</strong></span></span></em></span></p> <p>I rivestimenti adeguano il camino all'ambiente circostante, i camini rustici possono essere rivestiti con vari materiali, pietra, pietra ollare, marmo, legno e sono particolarmente adatti per arredare la taverna, se ne trovano di frontali completi di panca e mobiletto.&nbsp; I camini classici hanno un rivestimento che si adatta ad ogni tipo di ambiente, anche moderno e sono adatti soprattutto per il soggiorno.</p> <p><strong><em>Alcune idee per rivestire con gusto:</em></strong> pietra di Bretignac, zoccolo in pietra di Chazell e mattoncini refrattari fatti a mano; pietra di Mauzenes, mattoncini refrattari rosa fatti a mano con travi in rovere, oppure pietra di Mauzenes, mattoncini refrattari salmone anticati completo di travi e scaffali in rovere; marmo di Bretignac, mattoncini sabbiati e fatti a mano, trave in rovere massiccio; granito rosso Funil e mattoncini rosa fatti a mano.<strong><em>&nbsp;</em></strong></p> <p><strong><em><br />Alcuni consigli utili per mantenere l'efficienza del caminetto:</em></strong><em><strong> </strong></em>Al primo utilizzo quelli a gas debbono restare accesi per almeno 4 ore continuative. Pulire il vetro dopo le prime 4 ore di funzionamento, ripulire il camino all'inizio di ogni stagione e controllarne la funzionalità una volta all'anno. La maggior parte dei camini o stufe a legna sono essenzialmente decorativi anche se ce ne sono di alcuni modelli che oltre ad essere decorativi sono anche funzionali. Per migliorare l'efficienza del camino, se si tratta di un modello a focolare aperto, basta inserire all'interno un monoblocco dotato di chiusura ermetica.</p> <div></div> <br /> <div align="right"><strong><em>Vi serve un Consulente Tecnico di Parte?&nbsp; Vuoi maggiori informazioni ?</em></strong></div> <div align="right"><strong><em>Contattaci via</em><a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_forme&Itemid=57"><em> Mail</em></a><em> o tramite</em><a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=category&layout=blog&id=31&Itemid=60"><em> </em></a><a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=category&layout=blog&id=31&Itemid=60"><em>Telefono</em></a></strong></div> <div align="right"><strong><a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_forme&Itemid=345"><em>Preventivi e Costi</em></a></strong></div> <br /> <div><strong><em><br /></em></strong></div> <div align="center"> <hr /> </div> <div><strong>Articoli correlati: </strong><span style="font-size: 10pt;"><span style="font-family: helvetica;"><a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=275:comfort-termico&catid=51&Itemid=742">Comfort termico</a> ,&nbsp; <a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=251:equilibrio-termico&catid=51&Itemid=742">Equilibrio termico</a> ,</span></span><span style="font-family: helvetica;"><span style="font-size: 10pt;"> <a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=category&id=37:progettazione&layout=blog&Itemid=379">Progettazione</a></span></span><strong><br /></strong></div> <div><strong>Casi Studio:<span style="font-size: 10pt;"> </span></strong><span style="font-size: 10pt;"><a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=section&id=11&Itemid=59">"Casi Studio" &gt;&gt;</a></span><span style="font-family: helvetica;"><span style="font-size: 10pt;"> <span style="color: #333333;"><a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=59:progettazione-architettonica-&catid=37&Itemid=725">Progettazione</a></span></span></span><strong><span style="color: #333333;"><span style="font-size: 10pt;"><a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=59:progettazione-architettonica-&catid=37&Itemid=725"><span style="font-family: helvetica;">&gt;&gt;</span></a></span></span><br /> </strong></div> <div><strong>Link esterni:</strong></div> <div align="center"> <hr /> </div> <div><span style="font-family: andale mono,times;">&nbsp;</span></div> <p>Per riscaldare gli ambienti domestici si possono usare diversi metodi e diversi prodotti:</p> <p><span style="font-size: 14pt;"><span style="font-family: andale mono,times;"><strong> <span style="color: #ff6600;"><em>Pannelli radianti</em></span></strong></span></span></p> <p>I pannelli radianti, come fonte di riscaldamento, hanno il vantaggio, per quanto riguarda l'arredamento di un locale, di non interferire nella disposizione e di non creare problemi di ordine estetico. Infatti sono costituiti da serpentine di tubazioni annegate nelle strutture orizzontali o verticali della casa: si possono avere cosi pannelli a soffitto, pannelli a pavimento, e pannelli a parete. La temperatura dell'acqua, in questi pannelli, non deve superare normalmente i 45-50 °C perchè il calore non danneggi le strutture murarie. Il sistema a pannelli può essere usato, se appositamente disposto, per il raffrescamento estivo.</p> <p><span style="font-size: 14pt;"><strong><em><span style="color: #ff6600;"><span style="font-family: andale mono,times;">Termoconvettori</span></span></em></strong></span></p> <p>È un sistema di riscaldamento che prevede tubi (allacciati alle condutture di andata e ritorno dell'acqua) su cui sono fissati elementi ad alette, sistemati in nicchie in parte chiuse da uno schermo, che di solito è in metallo. L'aria entra dall’apertura inferiore dello schermo, attraversa il termoconvettore e esce riscaldata dall'apertura superiore. La nicchia in cui è sistemato il termoconvettore si comporta come un piccolo camino attivando la circolazione dell’aria. Più la nicchia è alta e più aumenta la circolazione dell'aria attraverso il termoconvettore, e di conseguenza aumenta il rendimento. Quando non sono in nicchia, si presentano come « cassette » che potrebbero essere scambiate per copricalofireri.</p> <hr /> <br /> <p><span style="font-size: 14pt;"><strong><em><span style="color: #ff6600;"><span style="font-family: andale mono,times;">Termoventilazione</span></span></em></strong></span></p> <p>Gli impianti di riscaldamento tendono a portare a valori « ottimi » l'aria degli ambienti, ma le sensazioni di « benessere » dipendono, oltre che dalla temperatura, anche dalla purezza, dalla velocità e dall'umidità relativa dell'aria. Gli impianti di condizionamento sono in grado di controllare tutte queste « voci »: con la termoventilazione, che è qualcosa di intermedio tra il riscaldamento e il condizionamento integrale, si agisce (solo in inverno però) sulla temperatura, sulla velocità e sulla purezza dell'aria. L'impianto di termoventilazione nelle abitazioni private è soprattutto indicato in quegli ambienti dove c'è poco ricambio naturale d'aria, come per esempio nei seminterrati oppure nelle case costituzionalmente umide.</p> <p><span style="font-size: 14pt;"><em><span style="color: #ff6600;"><span style="font-family: andale mono,times;"><strong>Gas</strong></span></span></em></span></p> <p>È tra i combustibili usati in tutto il mondo per alimentare stufe e caldaie di impianti termici. Il problema centrale degli impianti a gas è la sicurezza, e tutti dovrebbero conoscere le norme che regolano l'impiego del gas combustibile prima di usufruire di questo mezzo di riscaldamento. Perché, se alcuni gas non sono di per sé tossici, la loro combustione in un ambiente povero di ossigeno genera il mortale ossido di carbonio. Un impianto di riscaldamento con stufe a gas deve quindi essere fatto da uno specialista (mentre fornelli, cucine o stufette possono essere installati da chiunque, sempre rispettando certe norme di sicurezza). Per esempio, è imprudente mettere apparecchi a gas in bagno, nelle camere da letto o in locali sotterranei dove i gas tossici potrebbero ristagnare.</p> <p><span style="font-family: andale mono,times;"><em><strong><span style="font-size: 14pt;"><span style="color: #ff6600;">I Radiatori (caloriferi)</span></span><br /> </strong></em></span></p> <p>La loro forma è studiata per favorire il più possibile la trasmissione di calore, e perché questo avvenga con il massimo rendimento è bene che gli elementi dei radiatori non siano mai verniciati con pittura lucida. Negli ambienti di piccole dimensioni, quando lo spazio deve essere sfruttato al centimetro, si possono anche usare : le piastre radianti, lisce o leggermente nervate, in ghisa o in acciaio. La sistemazione sottofinestra dei radiatori è la più adatta a una buona distribuzione della temperatura negli ambienti: oggi, in clima di risparmio energetico, qualcuno la sconsiglia. Quando i radiatori sono messi in nicchia o dissimulati da uno schermo frontale, perdono una parte della loro efficienza: meglio quindi lasciarli in vista senza preoccuparsi troppo, sul piano estetico, della loro presenza. Si potranno tinteggiare nel colore delle pareti oppure in quello predominante della tappezzeria, se questa fosse a disegni di diverse tinte. Comunque, se si dovesse nascondere un radiatore in un mobile, per esempio per incorporarlo in una parete - libreria, bisogna che il calore abbia libero sfogo attraverso il pannello frontale che può avere una feritoia in alto e in basso, oppure essere costituito da una grata metallica, da un'antina a persiana o in paglia di Vienna. Per evitare danni ai mobili, bisogna avere l'accortezza di rivestire con fogli di amianto le parti in legno che confinano con il radiatore.</p> <p><span style="font-size: 14pt;"><span style="color: #ff6600;"><strong><em><span style="font-family: andale mono,times;">Camini</span></em></strong></span></span></p> <p>L'aspetto esteriore è senz'altro importante, ma è indispensabile che il funzionamento sia perfetto. Se la canna fumaria è già predisposta e il camino messo in quella certa zona non favorisse una buona disposizione dei mobili, si potrà spostarlo sulla stessa parete, collegandolo alla canna fumaria con una conduttura che avrà al massimo l'inclinazione di 45 gradi. Se il camino fosse troppo lontano dalla canna fumaria e l'inclinazione superasse i 45 gradi, il tiraggio risulterebbe difficile. Per facilitare il deflusso del fumo è necessario che la cappa non sia troppo bassa rispetto all'altezza del focolare, e inoltre la linea che unisce la cappa con la canna fumaria deve essere dolce e ascendente, senza nessun angolo vivo.</p> <p><span style="font-size: 14pt;"><em><span style="color: #ff6600;"><span style="font-family: andale mono,times;"><strong>Camini moderni</strong></span></span></em></span></p> <p>I camini moderni in genere sono costituiti da monoblocco con vetro apribile a scomparsa e con ventilatori per emissione di aria calda, il rivestimento è in marmo o legno.<br /> Il camino ad angolo è ideale per locali di piccole dimensioni, dato il suo ingombro ridotto. Per inserirlo in un arredamento moderno il monoblocco può essere rivestito con una semplice strollatura, oppure completato con uno dei rivestimenti disponibili.<br /> Sono dotati di uscita fumi circolare, in modo da consentire l'utilizzo di canne fumarie prefabbricate in acciaio inox.</p> <p><span style="font-size: 14pt;"><em><span style="color: #ff6600;"><span style="font-family: andale mono,times;"><strong>Camini rustici</strong></span></span></em></span></p> <p>I camini rustici sono aperti e caratterizzati da specifiche lavorazioni del rivestimento, in marmo, pietra o legno. Vengono infatti effettuate particolari procedure sui rivestimenti per la creazione di superfici irregolari che donano un aspetto rustico. <br /> Sono ideali per le case di campagna, le taverne e ogni altro luogo dove ritrovare il piacere della tradizione. La pulizia delle canna fumaria deve essere effettuata all'inizio di ogni stagione per evitare possibili incendi, l'esterno del caminetto può essere rivestito con motivi floreali o con appositi oggetti. I caminetti prefabbricati a focolare aperto assicurano, insieme al piacere del fuoco, anche una integrazione al riscaldamento domestico, ottenuta sia per irraggiamento attraverso il focolare, sia tramite distribuzione di aria calda.</p> <p><span style="font-size: 14pt;"><em><span style="color: #ff6600;"><span style="font-family: andale mono,times;"><strong>Rivestimenti camini</strong></span></span></em></span></p> <p>I rivestimenti adeguano il camino all'ambiente circostante, i camini rustici possono essere rivestiti con vari materiali, pietra, pietra ollare, marmo, legno e sono particolarmente adatti per arredare la taverna, se ne trovano di frontali completi di panca e mobiletto.&nbsp; I camini classici hanno un rivestimento che si adatta ad ogni tipo di ambiente, anche moderno e sono adatti soprattutto per il soggiorno.</p> <p><strong><em>Alcune idee per rivestire con gusto:</em></strong> pietra di Bretignac, zoccolo in pietra di Chazell e mattoncini refrattari fatti a mano; pietra di Mauzenes, mattoncini refrattari rosa fatti a mano con travi in rovere, oppure pietra di Mauzenes, mattoncini refrattari salmone anticati completo di travi e scaffali in rovere; marmo di Bretignac, mattoncini sabbiati e fatti a mano, trave in rovere massiccio; granito rosso Funil e mattoncini rosa fatti a mano.<strong><em>&nbsp;</em></strong></p> <p><strong><em><br />Alcuni consigli utili per mantenere l'efficienza del caminetto:</em></strong><em><strong> </strong></em>Al primo utilizzo quelli a gas debbono restare accesi per almeno 4 ore continuative. Pulire il vetro dopo le prime 4 ore di funzionamento, ripulire il camino all'inizio di ogni stagione e controllarne la funzionalità una volta all'anno. La maggior parte dei camini o stufe a legna sono essenzialmente decorativi anche se ce ne sono di alcuni modelli che oltre ad essere decorativi sono anche funzionali. Per migliorare l'efficienza del camino, se si tratta di un modello a focolare aperto, basta inserire all'interno un monoblocco dotato di chiusura ermetica.</p> <div></div> <br /> <div align="right"><strong><em>Vi serve un Consulente Tecnico di Parte?&nbsp; Vuoi maggiori informazioni ?</em></strong></div> <div align="right"><strong><em>Contattaci via</em><a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_forme&Itemid=57"><em> Mail</em></a><em> o tramite</em><a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=category&layout=blog&id=31&Itemid=60"><em> </em></a><a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=category&layout=blog&id=31&Itemid=60"><em>Telefono</em></a></strong></div> <div align="right"><strong><a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_forme&Itemid=345"><em>Preventivi e Costi</em></a></strong></div> <br /> <div><strong><em><br /></em></strong></div> <div align="center"> <hr /> </div> <div><strong>Articoli correlati: </strong><span style="font-size: 10pt;"><span style="font-family: helvetica;"><a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=275:comfort-termico&catid=51&Itemid=742">Comfort termico</a> ,&nbsp; <a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=251:equilibrio-termico&catid=51&Itemid=742">Equilibrio termico</a> ,</span></span><span style="font-family: helvetica;"><span style="font-size: 10pt;"> <a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=category&id=37:progettazione&layout=blog&Itemid=379">Progettazione</a></span></span><strong><br /></strong></div> <div><strong>Casi Studio:<span style="font-size: 10pt;"> </span></strong><span style="font-size: 10pt;"><a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=section&id=11&Itemid=59">"Casi Studio" &gt;&gt;</a></span><span style="font-family: helvetica;"><span style="font-size: 10pt;"> <span style="color: #333333;"><a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=59:progettazione-architettonica-&catid=37&Itemid=725">Progettazione</a></span></span></span><strong><span style="color: #333333;"><span style="font-size: 10pt;"><a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=59:progettazione-architettonica-&catid=37&Itemid=725"><span style="font-family: helvetica;">&gt;&gt;</span></a></span></span><br /> </strong></div> <div><strong>Link esterni:</strong></div> <div align="center"> <hr /> </div> <div><span style="font-family: andale mono,times;">&nbsp;</span></div> Comfort Termico 2010-09-23T16:05:58Z 2010-09-23T16:05:58Z https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=275:comfort-termico&catid=51:casa-benessere-sicurezza&Itemid=742 Administrator info@studiobisson.eu <p><strong> </strong></p> &nbsp; Il <strong><span style="color: #ff6600;">comfort termico</span> </strong>dipende da: <div> <ul> <li> <div><span style="color: #333333;"><em><strong>Parametri fisici:</strong></em> temperatura dell’aria, temperatura media radiante, umidità relativa, velocità dell’aria, pressione atmosferica;</span></div> </li> <li> <div><span style="color: #333333;"><em><strong>Parametri esterni:</strong></em> attività svolta che influenza il metabolismo, abbigliamento;</span></div> </li> <li> <div><span style="color: #333333;"><strong><em>Fattori organici:</em></strong> età, sesso, caratteristiche fisiche individuali;</span></div> </li> <li> <div><span style="color: #333333;"><em><strong>Fattori psicologici e culturali.</strong></em></span></div> </li> </ul> </div> <p>Inoltre in base alle condizioni sociali e ambientali si possono trovare diversi gradi di accettazione di situazioni non confortevoli. Infatti trovandosi in una prolungata situazione di disagio si possono ritenere "normali" anche situazioni ambientali che in contesti diversi sarebbero giudicate di malessere. In una civiltà evoluta come la nostra si richiede invece un elevato grado di confort.&nbsp; Nel contesto dei paesi economicamente più sviluppati non sarebbe realistico perseguire un risparmio energetico riducendo le prestazioni ambientali degli edifici. Il sacrificio energetico, cioè la rinuncia all’utilizzo di alcune comodità e al benessere può essere solo una consapevole scelta personale e non può venire da un’imposizione progettuale.</p> <br /> <div> <div align="right"><strong><em>Vi serve un Consulente Tecnico di Parte?&nbsp; Vuoi maggiori informazioni ?</em></strong></div> <div align="right"><strong><em>Contattaci via</em><a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_forme&Itemid=57"><em> Mail</em></a><em> o tramite</em><a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=category&layout=blog&id=31&Itemid=60"><em> </em></a><a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=category&layout=blog&id=31&Itemid=60"><em>Telefono</em></a></strong></div> <div align="right"><strong><a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_forme&Itemid=345"><em>Preventivi e Costi</em></a></strong></div> <br /> <div><strong><em><br /></em></strong></div> </div> <div align="center"> <hr /> </div> <div><strong>Articoli correlati:&nbsp; </strong><span style="font-size: 10pt;"><span style="font-family: helvetica;"><a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=251:equilibrio-termico&catid=51&Itemid=742">Equilibrio Termico</a> , </span></span><span style="font-size: 10pt;"><span style="font-family: helvetica;"><a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=61&Itemid=723">Progettazione impianti</a> <span style="color: #333333;">,</span> <a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=71:certificazione-energetica&catid=35&Itemid=644">Certificazione energetica</a></span></span><strong><br /></strong></div> <div><strong>Casi Studio:<span style="font-size: 10pt;"> </span></strong><span style="font-family: helvetica;"><span style="font-size: 10pt;"><a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=section&id=11&Itemid=59">Casi Studio &gt;&gt;</a>&nbsp; <a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=category&layout=blog&id=51&Itemid=742">Casa, Benessere, Sicurezza &gt;&gt;</a></span></span></div> <div><strong>Link esterni:</strong></div> <div align="center"> <hr /> </div> <p><strong> </strong></p> &nbsp; Il <strong><span style="color: #ff6600;">comfort termico</span> </strong>dipende da: <div> <ul> <li> <div><span style="color: #333333;"><em><strong>Parametri fisici:</strong></em> temperatura dell’aria, temperatura media radiante, umidità relativa, velocità dell’aria, pressione atmosferica;</span></div> </li> <li> <div><span style="color: #333333;"><em><strong>Parametri esterni:</strong></em> attività svolta che influenza il metabolismo, abbigliamento;</span></div> </li> <li> <div><span style="color: #333333;"><strong><em>Fattori organici:</em></strong> età, sesso, caratteristiche fisiche individuali;</span></div> </li> <li> <div><span style="color: #333333;"><em><strong>Fattori psicologici e culturali.</strong></em></span></div> </li> </ul> </div> <p>Inoltre in base alle condizioni sociali e ambientali si possono trovare diversi gradi di accettazione di situazioni non confortevoli. Infatti trovandosi in una prolungata situazione di disagio si possono ritenere "normali" anche situazioni ambientali che in contesti diversi sarebbero giudicate di malessere. In una civiltà evoluta come la nostra si richiede invece un elevato grado di confort.&nbsp; Nel contesto dei paesi economicamente più sviluppati non sarebbe realistico perseguire un risparmio energetico riducendo le prestazioni ambientali degli edifici. Il sacrificio energetico, cioè la rinuncia all’utilizzo di alcune comodità e al benessere può essere solo una consapevole scelta personale e non può venire da un’imposizione progettuale.</p> <br /> <div> <div align="right"><strong><em>Vi serve un Consulente Tecnico di Parte?&nbsp; Vuoi maggiori informazioni ?</em></strong></div> <div align="right"><strong><em>Contattaci via</em><a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_forme&Itemid=57"><em> Mail</em></a><em> o tramite</em><a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=category&layout=blog&id=31&Itemid=60"><em> </em></a><a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=category&layout=blog&id=31&Itemid=60"><em>Telefono</em></a></strong></div> <div align="right"><strong><a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_forme&Itemid=345"><em>Preventivi e Costi</em></a></strong></div> <br /> <div><strong><em><br /></em></strong></div> </div> <div align="center"> <hr /> </div> <div><strong>Articoli correlati:&nbsp; </strong><span style="font-size: 10pt;"><span style="font-family: helvetica;"><a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=251:equilibrio-termico&catid=51&Itemid=742">Equilibrio Termico</a> , </span></span><span style="font-size: 10pt;"><span style="font-family: helvetica;"><a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=61&Itemid=723">Progettazione impianti</a> <span style="color: #333333;">,</span> <a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=71:certificazione-energetica&catid=35&Itemid=644">Certificazione energetica</a></span></span><strong><br /></strong></div> <div><strong>Casi Studio:<span style="font-size: 10pt;"> </span></strong><span style="font-family: helvetica;"><span style="font-size: 10pt;"><a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=section&id=11&Itemid=59">Casi Studio &gt;&gt;</a>&nbsp; <a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=category&layout=blog&id=51&Itemid=742">Casa, Benessere, Sicurezza &gt;&gt;</a></span></span></div> <div><strong>Link esterni:</strong></div> <div align="center"> <hr /> </div> Trasformazione locazione 2010-09-10T10:03:25Z 2010-09-10T10:03:25Z https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=272:progetto-trasformazione-&catid=93:progetti-casi-studio&Itemid=751 Administrator info@studiobisson.eu <p style="text-align: center;"><span style="font-size: 14pt;"><span style="color: #800080;"><span style="font-family: andale mono,times;"><strong><em>Progetti Esempio:<br /></em></strong></span></span></span></p> <p style="text-align: center;"><span style="font-size: 14pt;"><span style="color: #800080;"><span style="font-family: andale mono,times;"><strong><em> Trasformazione locazione da Ufficio ad Abitazione</em></strong></span></span></span></p> <p style="text-align: center;"><span style="font-size: 14pt;"><strong><em><span style="font-family: andale mono,times;"><span style="color: #800080;">Trasformazione locazione da Ufficio ad Abitazione-Ufficio</span></span></em></strong></span></p> <p style="text-align: center;"><strong><em><span style="font-family: andale mono,times;"><span style="color: #800080;"><span style="font-size: 12pt;">&nbsp;</span><br /></span></span></em></strong></p> <p style="text-align: center;"><img alt="uc_icona" src="https://www.studiobisson.eu/images/stories/uc_icona.jpg" width="122" height="122" /></p> <p style="text-align: center;"><span style="font-family: andale mono,times;">Pagina in Costruzione - Under Costruction</span></p> <div style="text-align: center;"></div> <p style="text-align: center;"><span style="font-family: andale mono,times;">Ci scusiamo per il disagio</span></p> <div style="text-align: center;"></div> <p style="text-align: center;"><span style="font-family: andale mono,times;">Per informazioni sul servizio potete conttarci via<a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=category&id=73&Itemid=57"> Mail</a> o tramite<a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=49:dove-siamo&catid=31&Itemid=615"> </a><a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=category&id=31&Itemid=615">Telefono</a><a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=49:dove-siamo&catid=31&Itemid=615">.</a></span></p> <h1><strong> <hr /> </strong></h1> <div><strong>Articoli correlati:</strong></div> <div><strong>Casi Studio:</strong></div> <div><strong>Link esterni:</strong></div> <hr /> <p style="text-align: center;"><span style="font-size: 14pt;"><span style="color: #800080;"><span style="font-family: andale mono,times;"><strong><em>Progetti Esempio:<br /></em></strong></span></span></span></p> <p style="text-align: center;"><span style="font-size: 14pt;"><span style="color: #800080;"><span style="font-family: andale mono,times;"><strong><em> Trasformazione locazione da Ufficio ad Abitazione</em></strong></span></span></span></p> <p style="text-align: center;"><span style="font-size: 14pt;"><strong><em><span style="font-family: andale mono,times;"><span style="color: #800080;">Trasformazione locazione da Ufficio ad Abitazione-Ufficio</span></span></em></strong></span></p> <p style="text-align: center;"><strong><em><span style="font-family: andale mono,times;"><span style="color: #800080;"><span style="font-size: 12pt;">&nbsp;</span><br /></span></span></em></strong></p> <p style="text-align: center;"><img alt="uc_icona" src="https://www.studiobisson.eu/images/stories/uc_icona.jpg" width="122" height="122" /></p> <p style="text-align: center;"><span style="font-family: andale mono,times;">Pagina in Costruzione - Under Costruction</span></p> <div style="text-align: center;"></div> <p style="text-align: center;"><span style="font-family: andale mono,times;">Ci scusiamo per il disagio</span></p> <div style="text-align: center;"></div> <p style="text-align: center;"><span style="font-family: andale mono,times;">Per informazioni sul servizio potete conttarci via<a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=category&id=73&Itemid=57"> Mail</a> o tramite<a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=49:dove-siamo&catid=31&Itemid=615"> </a><a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=category&id=31&Itemid=615">Telefono</a><a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=49:dove-siamo&catid=31&Itemid=615">.</a></span></p> <h1><strong> <hr /> </strong></h1> <div><strong>Articoli correlati:</strong></div> <div><strong>Casi Studio:</strong></div> <div><strong>Link esterni:</strong></div> <hr /> Superficie catastale, DPR 138/98 2010-08-13T20:17:32Z 2010-08-13T20:17:32Z https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=271:superficie-catastale-dpr-13898&catid=92:norme-e-leggi Administrator info@studiobisson.eu <div><em><span style="font-size: 14pt;"><span style="font-family: andale mono,times;"><span style="color: #ff6600;"><strong>Norme Tecniche per la determinazione della superficie catastale delle unità immobiliari a destinazione ordinaria</strong></span></span></span></em></div> <p>Il DPR n. 138 del 1998 afferma che "l'unità di consistenza delle unità immobiliari urbane a destinazione ordinaria indicate nel quadro generale, di cui all'allegato B, è il metro quadrato di superficie catastale" (art.3). I criteri di determinazione di tale superficie sono descritti nell'allegato C.</p> <p>1. Nella determinazione della superficie catastale delle unità immobiliari a destinazione ordinaria, i muri interni e quelli perimetrali esterni vengono computati per intero fino ad uno spessore massimo di 50 cm, mentre i muri in comunione nella misura del 50 per cento fino ad uno spessore massimo di 25 cm.<br /> 2. La superficie dei locali principali e degli accessori, ovvero delle loro porzioni, aventi altezza utile inferiore a 1,50 m, non entra nel computo della superficie catastale.<br /> 3. La superficie degli elementi di collegamento verticale, quali scale, rampe, ascensori e simili, interni alle unità immobiliari sono computati in misura pari alla loro proiezione orizzontale, indipendentemente dal numero di piani collegati.<br /> 4. La superficie catastale, determinata secondo i criteri esposti di seguito, viene arrotondata al metro quadrato.</p> <p><br /> Per quanto riguarda i criteri per i gruppi R (unità immobiliari a destinazione abitativa di tipo privato e locali destinati a funzioni complementari) di seguito sono riportate le modalità di computo.</p> <p><br /> La superficie catastale è data dalla somma:</p> <div> <ul> <li> della superficie dei vani principali e dei vani accessori a servizio diretto di quelli principali quali bagni, ripostigli, ingressi, corridoi e simili; </li> <li> della superficie dei vani accessori a servizio indiretto dei vani principali, quali soffitte, cantine e simili, computata nella misura: del 50 per cento, qualora comunicanti con i vani di cui alla precedente lettera a); </li> <li> del 25 per cento qualora non comunicanti; </li> <li> della superficie dei balconi, terrazze e simili, di pertinenza esclusiva nella singola unità immobiliare, computata nella misura: del 30 per cento, fino a metri quadrati 25, e del 10 per cento per la quota eccedente, qualora dette pertinenze siano comunicanti con i vani di cui alla precedente lettera a); del 15 per cento, fino a metri quadrati 25, e del 5 per cento per la quota eccedente qualora non comunicanti. Per le unità immobiliari appartenenti alle categorie del gruppo P la superficie di queste pertinenze è computata nella misura del 10 per cento; </li> <li> della superficie dell'area scoperta o a questa assimilabile, che costituisce pertinenza esclusiva della singola unità immobiliare computata nella misura del 10 per cento, fino alla superficie definita nella lettera a), e del 2 per cento per superfici eccedenti detto limite. Per parchi, giardini, corti e simili, che costituiscono pertinenze di unità immobiliari di categoria R/2, la relativa superficie è da computare, con il criterio sopra indicato, solo per la quota eccedente il quintuplo della superficie catastale di cui alla lettera a). Per le unità immobiliari appartenenti alle categorie del gruppo P dette pertinenze non sono computate. </li> </ul> </div> <p>La superficie dei vani accessori a servizio diretto delle unità immobiliari di categoria R/4 è computata nella misura del 50 per cento.</p> <p>Le superfici delle pertinenze e dei vani accessori a servizio indiretto di quelli principali, definite con le modalità dei precedenti commi, entrano nel computo della superficie catastale fino ad un massimo pari alla metà della superficie dei vani di cui alla lettera a) del comma 1.</p> <div><em><span style="font-size: 14pt;"><span style="font-family: andale mono,times;"><span style="color: #ff6600;"><strong>Norme Tecniche per la determinazione della superficie catastale delle unità immobiliari a destinazione ordinaria</strong></span></span></span></em></div> <p>Il DPR n. 138 del 1998 afferma che "l'unità di consistenza delle unità immobiliari urbane a destinazione ordinaria indicate nel quadro generale, di cui all'allegato B, è il metro quadrato di superficie catastale" (art.3). I criteri di determinazione di tale superficie sono descritti nell'allegato C.</p> <p>1. Nella determinazione della superficie catastale delle unità immobiliari a destinazione ordinaria, i muri interni e quelli perimetrali esterni vengono computati per intero fino ad uno spessore massimo di 50 cm, mentre i muri in comunione nella misura del 50 per cento fino ad uno spessore massimo di 25 cm.<br /> 2. La superficie dei locali principali e degli accessori, ovvero delle loro porzioni, aventi altezza utile inferiore a 1,50 m, non entra nel computo della superficie catastale.<br /> 3. La superficie degli elementi di collegamento verticale, quali scale, rampe, ascensori e simili, interni alle unità immobiliari sono computati in misura pari alla loro proiezione orizzontale, indipendentemente dal numero di piani collegati.<br /> 4. La superficie catastale, determinata secondo i criteri esposti di seguito, viene arrotondata al metro quadrato.</p> <p><br /> Per quanto riguarda i criteri per i gruppi R (unità immobiliari a destinazione abitativa di tipo privato e locali destinati a funzioni complementari) di seguito sono riportate le modalità di computo.</p> <p><br /> La superficie catastale è data dalla somma:</p> <div> <ul> <li> della superficie dei vani principali e dei vani accessori a servizio diretto di quelli principali quali bagni, ripostigli, ingressi, corridoi e simili; </li> <li> della superficie dei vani accessori a servizio indiretto dei vani principali, quali soffitte, cantine e simili, computata nella misura: del 50 per cento, qualora comunicanti con i vani di cui alla precedente lettera a); </li> <li> del 25 per cento qualora non comunicanti; </li> <li> della superficie dei balconi, terrazze e simili, di pertinenza esclusiva nella singola unità immobiliare, computata nella misura: del 30 per cento, fino a metri quadrati 25, e del 10 per cento per la quota eccedente, qualora dette pertinenze siano comunicanti con i vani di cui alla precedente lettera a); del 15 per cento, fino a metri quadrati 25, e del 5 per cento per la quota eccedente qualora non comunicanti. Per le unità immobiliari appartenenti alle categorie del gruppo P la superficie di queste pertinenze è computata nella misura del 10 per cento; </li> <li> della superficie dell'area scoperta o a questa assimilabile, che costituisce pertinenza esclusiva della singola unità immobiliare computata nella misura del 10 per cento, fino alla superficie definita nella lettera a), e del 2 per cento per superfici eccedenti detto limite. Per parchi, giardini, corti e simili, che costituiscono pertinenze di unità immobiliari di categoria R/2, la relativa superficie è da computare, con il criterio sopra indicato, solo per la quota eccedente il quintuplo della superficie catastale di cui alla lettera a). Per le unità immobiliari appartenenti alle categorie del gruppo P dette pertinenze non sono computate. </li> </ul> </div> <p>La superficie dei vani accessori a servizio diretto delle unità immobiliari di categoria R/4 è computata nella misura del 50 per cento.</p> <p>Le superfici delle pertinenze e dei vani accessori a servizio indiretto di quelli principali, definite con le modalità dei precedenti commi, entrano nel computo della superficie catastale fino ad un massimo pari alla metà della superficie dei vani di cui alla lettera a) del comma 1.</p> Illuminazione Ambienti Domestici 2010-08-13T20:03:20Z 2010-08-13T20:03:20Z https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=270:illuminazione-ambienti-domestici&catid=51:casa-benessere-sicurezza&Itemid=742 Administrator info@studiobisson.eu <p style="text-align: left;">La corretta illuminazione degli ambienti è legata alla disposizione dei mobili: è quindi necessario, quando si studia un tracciato elettrico, avere bene in mente come sarà l'arredamento. Per ottenere un'illuminazione razionale sono necessari: un giusto dosaggio di luce diretta, di luce indiretta e di luce diffusa; l'uso appropriato degli apparecchi illuminanti (a sospensione, a parete, a piede); la scelta di lampade efficienti; la giusta potenza delle lampade; l'opportuna .colorazione degli ambienti.</p> <div style="text-align: left;"></div> <p style="text-align: left;"><span style="color: #ff6600;"><em><strong>Illuminazione diretta</strong></em></span>. È indispensabile dove si richiede concentrazione di luce, come per esempio sul tavolo da pranzo, sullo scrittoio, sul tavolo da lavoro e nell'angolo lettura.</p> <p style="text-align: left;"><em><strong><span style="color: #ff6600;">Luce indiretta</span></strong></em>. È indicata per l'illuminazione generale dei locali: la sorgente luminosa è nascosta alla vista e l'illuminazione è ottenuta per riflessione su superfici chiare. Dovrà essere integrata con apparecchi a luce diretta o diffusa che concentrino la luce nei punti necessari.<em><strong><span style="color: #ff6600;">&nbsp;</span></strong></em></p> <p style="text-align: left;"><em><strong><span style="color: #ff6600;">Illuminazione diffusa</span></strong></em>. Si ottiene con lampade da tavolo o da terra capaci di creare una certa atmosfera. Le lampade a soffitto, a parete o a piede possono essere indifferentemente studiate per produrre luce diretta, indiretta o diffusa. Per ottenere una buona illuminazione non basta scegliere la lampada appropriata, ma occorre individuare l'esemplare più idoneo alle proprie esigenze.</p> <p style="text-align: left;"> </p> <p style="text-align: left;"><span style="font-size: 14pt;"><span style="font-family: andale mono,times;"><em><strong><span style="color: #ff6600;">Esempio </span></strong></em></span></span></p> <p style="text-align: left;">Esistono lampade da parete (appliques) che producono una luce diffusa; altre, sempre di questa categoria, che forniscono un fascio di luce diretta. Se quindi dobbiamo illuminare l'angolo lettura, sceglieremo, tra le appliques, quella in grado di darci una efficace luce diretta. È importante, quando si fa una scelta, non basarsi soltanto su valutazioni estetiche, ma prima di tutto si deve tener conto che una lampada è un apparecchio per fornire una perfetta illuminazione, quindi deve essere adatta allo scopo per cui è destinata: concentrare o diffondere luce e non dar luogo a fenomeni di abbagliamento. Inoltre le sue caratteristiche di consumo dovranno rispondere a criteri di economia. La produzione è cosi vasta che non è difficile trovare una lampada che oltre a piacerei riassuma tutte le qualità necessarie al nostro caso. Per ottenere una buona resa della lampada scelta è necessario che sia completata con lampadine adatte. Esistono alcuni tipi di lampadine, di importazione danese, che producono una luce rosata, morbida, suggestiva. Hanno un prezzo superiore alle normali lampadine, ma oltre a durare molto a lungo, consumano meno energia grazie al grado molto inferiore di calore che producono. Questo tipo di lampadina è adatto a un'illuminazione diffusa. Anche la colorazione degli ambienti concorre al miglioramento dell'illuminazione. Le tinte chiare alle pareti procurano un migliore coefficiente di riflessione, le pareti lucide più di quelle opache. Rivestimenti in legno scuro e tappezzerie in tessuto o in paglia aiutano a creare un'atmosfera intima e accogliente, ma anche a smorzare la potenza delle lampade. Vediamo, locale per locale, l'illuminazione dei diversi ambienti della casa.</p> <div style="text-align: left;"></div> <div style="text-align: left;"></div> <h3 style="text-align: left;"></h3> <h3 style="text-align: left;"></h3> <h3 style="text-align: left;"><span style="color: #ffffff;">.</span></h3> <h3 style="text-align: left;"><span style="font-size: 14pt;"><span style="font-family: andale mono,times;"><em><span style="color: #ff6600;"><strong>L'illuminazione in cucina</strong></span></em></span></span></h3> <div style="text-align: left;"></div> <p style="text-align: left;">Illuminare bene la cucina vuol dire facilitare l'utente, voi, durante la fase di preparazione dei cibi. Oltre alla fonte principale di luce (una plafoniera collocata a soffitto, se il locale è piccolo, o un lume a sospensione se non lo è), è necessario distribuire altri punti luce, per esempio sopra il piano di cottura per eliminare le zone d'ombra che si creano tra i fornelli e chi sta cucinando. Generalmente la lampada è prevista nel bordo della cappa che sovrasta il piano di cottura, ma in ogni caso, quasi tutti i mobili per cucina possono essere attrezzati con piccoli impianti di illuminazione. Per poter avere una buona visibilità anche all'interno dei recipienti, bisognerà installare lampade con una potenza di almeno 60 watts. L'interruttore va messo in alto perché gli spruzzi delle cotture non lo raggiungano.</p> <div style="text-align: left;"></div> <p style="text-align: left;">Quando il locale non solo è abbastanza grande, ma è di forma irregolare o a « elle », non basterà una sola fonte di luce a soffitto per garantire una funzionale illuminazione generale. Intanto, se esiste una zona-pranzo, ci sarà una conveniente luce diretta sul tavolo (ottenuta magari con una lampada a saliscendi in modo che l'altezza venga regolata a piacere). Sul tavolo o sul «bancone », utilizzato come tavolo per la colazione, si può anche creare un tratto di soffitto luminoso ribassato; un'altra buona soluzione è installare un binario al centro del soffitto, che ne segua l'andamento per tutta la sua lunghezza, su cui fissare qualche spot che indirizzi la luce nei punti voluti.</p> <div style="text-align: left;"></div> <p style="text-align: left;"> </p> <p style="text-align: left;"> </p> <div style="text-align: left;"></div> <p style="text-align: left;"><span style="font-size: 14pt;"><span style="font-family: andale mono,times;"><em><span style="color: #ff6600;"><strong>L'illuminazione camera da letto</strong></span></em></span></span></p> <div style="text-align: left;"></div> <p style="text-align: left;">Una buona illuminazione generale è indispensabile e la si può ottenere con una plafoniera piatta applicata a soffitto (luce diffusa) o con appli­ques sistemate lungo le pareti. Per leggere o lavorare a letto, occorre un lume a faretto, posato sul ripiano del tavolino o meglio fis­sato a parete o applicato, con morsetto, al piano: queste soluzioni sono indicate soprat­tutto nelle camere dei ragazzi (si eviterà cosi che il lume cada a terra). Il lume a fa­retto convoglia il fascio di luce in una dire­zione precisa e lascia il resto del locale in ombra, cosa indispensabile quando la stanza è «doppia ».</p> <div style="text-align: left;"></div> <p style="text-align: left;">Quando in camera da letto. è stato ricavato l'angolo-toeletta, questo deve essere illumi­nato in modo che specchiandosi non si riman­ga abbagliati dalla luce. Il problema può esse­re risolto mettendo la fonte d'illuminazione di fianco o sopra lo specchio, usando lampa­de smerigliate o opaline, oppure collocando la luce dietro la lastra e facendola diffondere attraverso i margini dello specchio preparati in modo da essere antiabbaglianti e rifrangen­ti come il resto della superficie. Quando c'è spazio al di fuori della stanza da letto, è meglio che l'armadio non stia in que­sto locale: sia che l'armadio si trovi nel cor­ridoio notte, sia nella stanza da letto, il pro­blema è sempre lo stesso: che i capi di ve­stiario siano ben visibili ad apertura delle an­te. L'illuminazione generale dell'ambiente non è mai sufficiente perché sia le ante semiaperte sia la persona proiettano ombra nell'interno. Per questa ragione sono utili le luci nel mo­bile, magari incassate nello spessore del cie­lino dell'armadio per non creare intralci quando si ripongono o si estraggono i capi d'abbigliamento.</p> <div style="text-align: left;"></div> <p style="text-align: left;"> </p> <p style="text-align: left;"> </p> <div style="text-align: left;"></div> <p style="text-align: left;"><em><span style="color: #ff6600;"><span style="font-family: andale mono,times;"><span style="font-size: 14pt;"><strong>L'illuminazione del soggiorno</strong></span></span></span></em></p> <div style="text-align: left;"></div> <p style="text-align: left;">È nel soggiorno che la famiglia si ritrova a conversare, leggere, ricevere gli amici o a « vedere la televisione » e, quando la cucina è piccola e non esiste un tinello, è qui che si consumano i pasti. Quando l'ambiente non supera i 20 mq, può accogliere due sole zone che molto spesso sono l'angolo pranzo e l'angolo conversazione. Perché l'atmosfera intorno al tavolo da pranzo sia calda e intima, l'illuminazione deve essere concentrata e intensa; lo spazio intorno al tavolo deve essere sgombro per permettere una certa libertà di movimento. Ne deriva che l'apparecchio indicato per soddisfare le due condizioni è quello a soffitto con luce diretta. Poiché in un locale che accoglie due zone distinte (pranzo e conversazione) il tavolo va sistemato decentrato, il lume che scende da soffitto deve coincidere con un punto luce che non si trova al centro del locale. Se si abita una casa provvisoria o non si vogliono fare spese supplementari e il punto luce è al centro dell'ambiente, dovremo fare in modo di fissare il filo al di sopra del tavolo con un piccolo gancio a soffitto che qualsiasi elettricista sarà in grado di applicare. Naturalmente il lume non dovrà essere troppo pesante per non strappare il gancio. Tra i lumi moderni ve ne sono molti in materiale sintetico, in carta di riso, in tessuto trattenuto da un leggero scheletro in metallo o in materiale plastico. Una lampada ideale per illuminare il tavolo da pranzo è quella a cono aperto o a semisfera. Se il cono è troppo dilatato, è facile che la luce disturbi la vista di chi siede a tavola: in questo caso si dovrà usare una lampadina argentata o lattiginosa. L'inconveniente è superato se si usa una lampada a doppia riflessione, cioè alla semisfera superiore se ne oppone una seconda che nasconde la lampadina.</p> <div style="text-align: left;"></div> <p style="text-align: left;">Nei locali in cui il tavolo da pranzo non occupa una sede ben definita (tavoli pieghevoli o usati nelle altre ore per un altro scopo) si può ricorrere a un lume a piede o a una lampada a braccio che sporge dalla parete. La zona conversazione del soggiorno va illuminata con luce diffusa, cioè saranno preferite lampade da tavolo o da terra sistemate ai lati del divano o sulla diagonale rispetto all'angolo conversazione. I lumi da terra e quelli da tavolo possono avere altezze diverse e ingombri diversi: dipende anche dalla zona a cui sono destinati. Certe lampade a stelo fili forme con piccolo riflettore orientabile stanno bene se sono slanciate, alte 180-200 cm da terra: dato il loro ridottissimo ingombro, sono da sistemare dove manca spazio. Altre lampade, quasi sculture luminose, hanno bisogno di più « libertà » perché il loro volume è maggiore: questo tipo di lume raggiunge il metro, il metro e venti di altezza. Le lampade da tavolo per la zona conversazione possono essere molto basse, corpi luminosi che si adagiano sui ripiani, o possono avere una base e un cappello come i classici abat-jour: in questo caso, stando seduti sui divani, non si dovrà vedere il portalampada, quindi il lume avrà l'altezza proporzionata a quella del ripiano su cui è posata. Diciamo che i lumi da tavolo tipo abat-jour potranno misurare da 40 a 70 cm secondo l'altezza del piano su cui sono posati.&nbsp; Il lume da soffitto diventa superfluo in soggiorno quando la cucina è abbastanza grande da poterci organizzare l'angolo pranzo: nel soggiorno. Chi preferisse ottenere anche un'illuminazione generale, può scegliere quella riflessa, sistemando tubi fluorescenti in scanalature che definiscono un tratto di soffitto ribassato (dove potrebbero, invece, essere incassati tanti piccoli oblò luminosi). L'illuminazione delle varie zone del soggiorno può anche essere ottenuta con un complesso di piccoli riflettori scorrevoli su un apposito binario a soffitto che indirizzino la luce nei punti voluti. Va anche ricordata l'illuminazione di quadri o di oggetti d'arte. Per i primi sono indicati i piccoli riflettori da parete che mandano la luce in un punto preciso ( luce diretta ); per gli oggetti andrà bene la luce diffusa quando la loro sistemazione è in nicchia o in contenitori con antine di vetro. Il cielino della nicchia o del mobiletto sarà in vetro opalino che scherma lampade fluorescenti. Se gli oggetti sono posati su una mensola o sui ripiani della libreria, andranno bene piccoli spot agganciati ai ripiani. rimarrà abbastanza spazio per una zona studio, lettura o relax. Sullo scrit­toio vi sarà un lume da tavolo a luce diretta che illumini bene il piano, mentre nell'angolo lettura andrà bene una lampada a luce diretta del tipo da terra. Per i tavoli da lavoro o da disegno, i lumi migliori sono quelli a snodo con morsetto per ancoraggio al ripiano del tavolo.</p> <div style="text-align: left;"></div> <p style="text-align: left;"> </p> <p style="text-align: left;"> </p> <div style="text-align: left;"></div> <h3 style="text-align: left;"><span style="font-family: andale mono,times;"><em><span style="color: #ff6600;"><strong><strong>L'illuminazione del bagno</strong></strong></span></em></span></h3> <div style="text-align: left;"></div> <p style="text-align: left;">Quando il bagno, è « normale », senza separazione in zone, due fonti di luce possono bastare: una centrale e una a parete. Non è detto che l'illumina­zione generale dell'ambiente debba essere fornita da una luce da soffitto: potrebbero andar bene anche una o due appliques, a luce diffusa ma intensa. Attenzione: se una lam­pada, data la sua posizione, può essere rag­giunta da spruzzi d'acqua, bisogna che sia molto ben isolata (del tipo da esterno, per esempio) per ragioni di sicurezza.&nbsp; Se il lavabo è inserito in un ripiano che fa anche da toeletta, bisogna che lo specchio a parete sia ben illuminato con lampadine si­stemate dietro al perimetro dello specchio, o anche in vista, ai lati, purché siano lampadine antiabbaglianti. La fonte luminosa, quando ci si specchia, deve sempre provenire dal da­vanti, meglio dai lati, piuttosto che dall'alto (si creerebbero ombre fastidiose).<br /> Anche in cucina, al posto dell'unica lampada centrale, vanno installate luci particolari nei vari punti di attività che sono: preparare i cibi, cucinare, consumare i pasti quando le dimensioni dell'ambiente lo consentono. In quest’ultimo caso è necessario un lume da soffitto con sali scendi, che possa essere abbassato sul piano del tavolo o alzato quando si richiede un'illuminazione generale dell'ambiente. Altra soluzione è un tratto di soffitto ribassato con faretti incassati o, ancora, un binario elettrificato con spot che indirizzano la luce nel punto voluto. Per illuminare da vicino le varie zone di lavoro, possono essere usati i soliti piccoli faretti con supporto in materiale plastico o in metallo.</p> <p style="text-align: left;"> </p> <div style="text-align: left;"></div> <div align="right"><strong><em>Vi serve un Consulente Tecnico di Parte?&nbsp; Vuoi maggiori informazioni ?</em></strong></div> <div align="right"><strong><em>Contattaci via</em><a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_forme&Itemid=57"><em> Mail</em></a><em> o tramite</em><a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=category&layout=blog&id=31&Itemid=60"><em> </em></a><a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=category&layout=blog&id=31&Itemid=60"><em>Telefono</em></a></strong></div> <div align="right"><strong><a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_forme&Itemid=345"><em>Preventivi e Costi</em></a></strong></div> <div align="center"> <hr /> </div> <div><strong>Articoli correlati: </strong><a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=340:recupero-dei-crediti-approfondimento&catid=100&Itemid=243"> </a><strong><br /></strong><strong> </strong></div> <div><strong>Casi Studio:</strong><strong> </strong></div> <div><strong>Link esterni:</strong></div> <div align="center"> <hr /> </div> <p> </p> <div><strong><em><br /></em></strong></div> <p style="text-align: left;">La corretta illuminazione degli ambienti è legata alla disposizione dei mobili: è quindi necessario, quando si studia un tracciato elettrico, avere bene in mente come sarà l'arredamento. Per ottenere un'illuminazione razionale sono necessari: un giusto dosaggio di luce diretta, di luce indiretta e di luce diffusa; l'uso appropriato degli apparecchi illuminanti (a sospensione, a parete, a piede); la scelta di lampade efficienti; la giusta potenza delle lampade; l'opportuna .colorazione degli ambienti.</p> <div style="text-align: left;"></div> <p style="text-align: left;"><span style="color: #ff6600;"><em><strong>Illuminazione diretta</strong></em></span>. È indispensabile dove si richiede concentrazione di luce, come per esempio sul tavolo da pranzo, sullo scrittoio, sul tavolo da lavoro e nell'angolo lettura.</p> <p style="text-align: left;"><em><strong><span style="color: #ff6600;">Luce indiretta</span></strong></em>. È indicata per l'illuminazione generale dei locali: la sorgente luminosa è nascosta alla vista e l'illuminazione è ottenuta per riflessione su superfici chiare. Dovrà essere integrata con apparecchi a luce diretta o diffusa che concentrino la luce nei punti necessari.<em><strong><span style="color: #ff6600;">&nbsp;</span></strong></em></p> <p style="text-align: left;"><em><strong><span style="color: #ff6600;">Illuminazione diffusa</span></strong></em>. Si ottiene con lampade da tavolo o da terra capaci di creare una certa atmosfera. Le lampade a soffitto, a parete o a piede possono essere indifferentemente studiate per produrre luce diretta, indiretta o diffusa. Per ottenere una buona illuminazione non basta scegliere la lampada appropriata, ma occorre individuare l'esemplare più idoneo alle proprie esigenze.</p> <p style="text-align: left;"> </p> <p style="text-align: left;"><span style="font-size: 14pt;"><span style="font-family: andale mono,times;"><em><strong><span style="color: #ff6600;">Esempio </span></strong></em></span></span></p> <p style="text-align: left;">Esistono lampade da parete (appliques) che producono una luce diffusa; altre, sempre di questa categoria, che forniscono un fascio di luce diretta. Se quindi dobbiamo illuminare l'angolo lettura, sceglieremo, tra le appliques, quella in grado di darci una efficace luce diretta. È importante, quando si fa una scelta, non basarsi soltanto su valutazioni estetiche, ma prima di tutto si deve tener conto che una lampada è un apparecchio per fornire una perfetta illuminazione, quindi deve essere adatta allo scopo per cui è destinata: concentrare o diffondere luce e non dar luogo a fenomeni di abbagliamento. Inoltre le sue caratteristiche di consumo dovranno rispondere a criteri di economia. La produzione è cosi vasta che non è difficile trovare una lampada che oltre a piacerei riassuma tutte le qualità necessarie al nostro caso. Per ottenere una buona resa della lampada scelta è necessario che sia completata con lampadine adatte. Esistono alcuni tipi di lampadine, di importazione danese, che producono una luce rosata, morbida, suggestiva. Hanno un prezzo superiore alle normali lampadine, ma oltre a durare molto a lungo, consumano meno energia grazie al grado molto inferiore di calore che producono. Questo tipo di lampadina è adatto a un'illuminazione diffusa. Anche la colorazione degli ambienti concorre al miglioramento dell'illuminazione. Le tinte chiare alle pareti procurano un migliore coefficiente di riflessione, le pareti lucide più di quelle opache. Rivestimenti in legno scuro e tappezzerie in tessuto o in paglia aiutano a creare un'atmosfera intima e accogliente, ma anche a smorzare la potenza delle lampade. Vediamo, locale per locale, l'illuminazione dei diversi ambienti della casa.</p> <div style="text-align: left;"></div> <div style="text-align: left;"></div> <h3 style="text-align: left;"></h3> <h3 style="text-align: left;"></h3> <h3 style="text-align: left;"><span style="color: #ffffff;">.</span></h3> <h3 style="text-align: left;"><span style="font-size: 14pt;"><span style="font-family: andale mono,times;"><em><span style="color: #ff6600;"><strong>L'illuminazione in cucina</strong></span></em></span></span></h3> <div style="text-align: left;"></div> <p style="text-align: left;">Illuminare bene la cucina vuol dire facilitare l'utente, voi, durante la fase di preparazione dei cibi. Oltre alla fonte principale di luce (una plafoniera collocata a soffitto, se il locale è piccolo, o un lume a sospensione se non lo è), è necessario distribuire altri punti luce, per esempio sopra il piano di cottura per eliminare le zone d'ombra che si creano tra i fornelli e chi sta cucinando. Generalmente la lampada è prevista nel bordo della cappa che sovrasta il piano di cottura, ma in ogni caso, quasi tutti i mobili per cucina possono essere attrezzati con piccoli impianti di illuminazione. Per poter avere una buona visibilità anche all'interno dei recipienti, bisognerà installare lampade con una potenza di almeno 60 watts. L'interruttore va messo in alto perché gli spruzzi delle cotture non lo raggiungano.</p> <div style="text-align: left;"></div> <p style="text-align: left;">Quando il locale non solo è abbastanza grande, ma è di forma irregolare o a « elle », non basterà una sola fonte di luce a soffitto per garantire una funzionale illuminazione generale. Intanto, se esiste una zona-pranzo, ci sarà una conveniente luce diretta sul tavolo (ottenuta magari con una lampada a saliscendi in modo che l'altezza venga regolata a piacere). Sul tavolo o sul «bancone », utilizzato come tavolo per la colazione, si può anche creare un tratto di soffitto luminoso ribassato; un'altra buona soluzione è installare un binario al centro del soffitto, che ne segua l'andamento per tutta la sua lunghezza, su cui fissare qualche spot che indirizzi la luce nei punti voluti.</p> <div style="text-align: left;"></div> <p style="text-align: left;"> </p> <p style="text-align: left;"> </p> <div style="text-align: left;"></div> <p style="text-align: left;"><span style="font-size: 14pt;"><span style="font-family: andale mono,times;"><em><span style="color: #ff6600;"><strong>L'illuminazione camera da letto</strong></span></em></span></span></p> <div style="text-align: left;"></div> <p style="text-align: left;">Una buona illuminazione generale è indispensabile e la si può ottenere con una plafoniera piatta applicata a soffitto (luce diffusa) o con appli­ques sistemate lungo le pareti. Per leggere o lavorare a letto, occorre un lume a faretto, posato sul ripiano del tavolino o meglio fis­sato a parete o applicato, con morsetto, al piano: queste soluzioni sono indicate soprat­tutto nelle camere dei ragazzi (si eviterà cosi che il lume cada a terra). Il lume a fa­retto convoglia il fascio di luce in una dire­zione precisa e lascia il resto del locale in ombra, cosa indispensabile quando la stanza è «doppia ».</p> <div style="text-align: left;"></div> <p style="text-align: left;">Quando in camera da letto. è stato ricavato l'angolo-toeletta, questo deve essere illumi­nato in modo che specchiandosi non si riman­ga abbagliati dalla luce. Il problema può esse­re risolto mettendo la fonte d'illuminazione di fianco o sopra lo specchio, usando lampa­de smerigliate o opaline, oppure collocando la luce dietro la lastra e facendola diffondere attraverso i margini dello specchio preparati in modo da essere antiabbaglianti e rifrangen­ti come il resto della superficie. Quando c'è spazio al di fuori della stanza da letto, è meglio che l'armadio non stia in que­sto locale: sia che l'armadio si trovi nel cor­ridoio notte, sia nella stanza da letto, il pro­blema è sempre lo stesso: che i capi di ve­stiario siano ben visibili ad apertura delle an­te. L'illuminazione generale dell'ambiente non è mai sufficiente perché sia le ante semiaperte sia la persona proiettano ombra nell'interno. Per questa ragione sono utili le luci nel mo­bile, magari incassate nello spessore del cie­lino dell'armadio per non creare intralci quando si ripongono o si estraggono i capi d'abbigliamento.</p> <div style="text-align: left;"></div> <p style="text-align: left;"> </p> <p style="text-align: left;"> </p> <div style="text-align: left;"></div> <p style="text-align: left;"><em><span style="color: #ff6600;"><span style="font-family: andale mono,times;"><span style="font-size: 14pt;"><strong>L'illuminazione del soggiorno</strong></span></span></span></em></p> <div style="text-align: left;"></div> <p style="text-align: left;">È nel soggiorno che la famiglia si ritrova a conversare, leggere, ricevere gli amici o a « vedere la televisione » e, quando la cucina è piccola e non esiste un tinello, è qui che si consumano i pasti. Quando l'ambiente non supera i 20 mq, può accogliere due sole zone che molto spesso sono l'angolo pranzo e l'angolo conversazione. Perché l'atmosfera intorno al tavolo da pranzo sia calda e intima, l'illuminazione deve essere concentrata e intensa; lo spazio intorno al tavolo deve essere sgombro per permettere una certa libertà di movimento. Ne deriva che l'apparecchio indicato per soddisfare le due condizioni è quello a soffitto con luce diretta. Poiché in un locale che accoglie due zone distinte (pranzo e conversazione) il tavolo va sistemato decentrato, il lume che scende da soffitto deve coincidere con un punto luce che non si trova al centro del locale. Se si abita una casa provvisoria o non si vogliono fare spese supplementari e il punto luce è al centro dell'ambiente, dovremo fare in modo di fissare il filo al di sopra del tavolo con un piccolo gancio a soffitto che qualsiasi elettricista sarà in grado di applicare. Naturalmente il lume non dovrà essere troppo pesante per non strappare il gancio. Tra i lumi moderni ve ne sono molti in materiale sintetico, in carta di riso, in tessuto trattenuto da un leggero scheletro in metallo o in materiale plastico. Una lampada ideale per illuminare il tavolo da pranzo è quella a cono aperto o a semisfera. Se il cono è troppo dilatato, è facile che la luce disturbi la vista di chi siede a tavola: in questo caso si dovrà usare una lampadina argentata o lattiginosa. L'inconveniente è superato se si usa una lampada a doppia riflessione, cioè alla semisfera superiore se ne oppone una seconda che nasconde la lampadina.</p> <div style="text-align: left;"></div> <p style="text-align: left;">Nei locali in cui il tavolo da pranzo non occupa una sede ben definita (tavoli pieghevoli o usati nelle altre ore per un altro scopo) si può ricorrere a un lume a piede o a una lampada a braccio che sporge dalla parete. La zona conversazione del soggiorno va illuminata con luce diffusa, cioè saranno preferite lampade da tavolo o da terra sistemate ai lati del divano o sulla diagonale rispetto all'angolo conversazione. I lumi da terra e quelli da tavolo possono avere altezze diverse e ingombri diversi: dipende anche dalla zona a cui sono destinati. Certe lampade a stelo fili forme con piccolo riflettore orientabile stanno bene se sono slanciate, alte 180-200 cm da terra: dato il loro ridottissimo ingombro, sono da sistemare dove manca spazio. Altre lampade, quasi sculture luminose, hanno bisogno di più « libertà » perché il loro volume è maggiore: questo tipo di lume raggiunge il metro, il metro e venti di altezza. Le lampade da tavolo per la zona conversazione possono essere molto basse, corpi luminosi che si adagiano sui ripiani, o possono avere una base e un cappello come i classici abat-jour: in questo caso, stando seduti sui divani, non si dovrà vedere il portalampada, quindi il lume avrà l'altezza proporzionata a quella del ripiano su cui è posata. Diciamo che i lumi da tavolo tipo abat-jour potranno misurare da 40 a 70 cm secondo l'altezza del piano su cui sono posati.&nbsp; Il lume da soffitto diventa superfluo in soggiorno quando la cucina è abbastanza grande da poterci organizzare l'angolo pranzo: nel soggiorno. Chi preferisse ottenere anche un'illuminazione generale, può scegliere quella riflessa, sistemando tubi fluorescenti in scanalature che definiscono un tratto di soffitto ribassato (dove potrebbero, invece, essere incassati tanti piccoli oblò luminosi). L'illuminazione delle varie zone del soggiorno può anche essere ottenuta con un complesso di piccoli riflettori scorrevoli su un apposito binario a soffitto che indirizzino la luce nei punti voluti. Va anche ricordata l'illuminazione di quadri o di oggetti d'arte. Per i primi sono indicati i piccoli riflettori da parete che mandano la luce in un punto preciso ( luce diretta ); per gli oggetti andrà bene la luce diffusa quando la loro sistemazione è in nicchia o in contenitori con antine di vetro. Il cielino della nicchia o del mobiletto sarà in vetro opalino che scherma lampade fluorescenti. Se gli oggetti sono posati su una mensola o sui ripiani della libreria, andranno bene piccoli spot agganciati ai ripiani. rimarrà abbastanza spazio per una zona studio, lettura o relax. Sullo scrit­toio vi sarà un lume da tavolo a luce diretta che illumini bene il piano, mentre nell'angolo lettura andrà bene una lampada a luce diretta del tipo da terra. Per i tavoli da lavoro o da disegno, i lumi migliori sono quelli a snodo con morsetto per ancoraggio al ripiano del tavolo.</p> <div style="text-align: left;"></div> <p style="text-align: left;"> </p> <p style="text-align: left;"> </p> <div style="text-align: left;"></div> <h3 style="text-align: left;"><span style="font-family: andale mono,times;"><em><span style="color: #ff6600;"><strong><strong>L'illuminazione del bagno</strong></strong></span></em></span></h3> <div style="text-align: left;"></div> <p style="text-align: left;">Quando il bagno, è « normale », senza separazione in zone, due fonti di luce possono bastare: una centrale e una a parete. Non è detto che l'illumina­zione generale dell'ambiente debba essere fornita da una luce da soffitto: potrebbero andar bene anche una o due appliques, a luce diffusa ma intensa. Attenzione: se una lam­pada, data la sua posizione, può essere rag­giunta da spruzzi d'acqua, bisogna che sia molto ben isolata (del tipo da esterno, per esempio) per ragioni di sicurezza.&nbsp; Se il lavabo è inserito in un ripiano che fa anche da toeletta, bisogna che lo specchio a parete sia ben illuminato con lampadine si­stemate dietro al perimetro dello specchio, o anche in vista, ai lati, purché siano lampadine antiabbaglianti. La fonte luminosa, quando ci si specchia, deve sempre provenire dal da­vanti, meglio dai lati, piuttosto che dall'alto (si creerebbero ombre fastidiose).<br /> Anche in cucina, al posto dell'unica lampada centrale, vanno installate luci particolari nei vari punti di attività che sono: preparare i cibi, cucinare, consumare i pasti quando le dimensioni dell'ambiente lo consentono. In quest’ultimo caso è necessario un lume da soffitto con sali scendi, che possa essere abbassato sul piano del tavolo o alzato quando si richiede un'illuminazione generale dell'ambiente. Altra soluzione è un tratto di soffitto ribassato con faretti incassati o, ancora, un binario elettrificato con spot che indirizzano la luce nel punto voluto. Per illuminare da vicino le varie zone di lavoro, possono essere usati i soliti piccoli faretti con supporto in materiale plastico o in metallo.</p> <p style="text-align: left;"> </p> <div style="text-align: left;"></div> <div align="right"><strong><em>Vi serve un Consulente Tecnico di Parte?&nbsp; Vuoi maggiori informazioni ?</em></strong></div> <div align="right"><strong><em>Contattaci via</em><a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_forme&Itemid=57"><em> Mail</em></a><em> o tramite</em><a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=category&layout=blog&id=31&Itemid=60"><em> </em></a><a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=category&layout=blog&id=31&Itemid=60"><em>Telefono</em></a></strong></div> <div align="right"><strong><a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_forme&Itemid=345"><em>Preventivi e Costi</em></a></strong></div> <div align="center"> <hr /> </div> <div><strong>Articoli correlati: </strong><a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=340:recupero-dei-crediti-approfondimento&catid=100&Itemid=243"> </a><strong><br /></strong><strong> </strong></div> <div><strong>Casi Studio:</strong><strong> </strong></div> <div><strong>Link esterni:</strong></div> <div align="center"> <hr /> </div> <p> </p> <div><strong><em><br /></em></strong></div> Equilibrio termico 2010-08-03T13:16:15Z 2010-08-03T13:16:15Z https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=251:equilibrio-termico&catid=51:casa-benessere-sicurezza&Itemid=742 Administrator info@studiobisson.eu Gli esseri umani hanno un sistema di controllo termico che permette un adattamento a condizioni ambientali molto variabili. Tenendo presente che il nostro organismo è in grado di misurare il flusso termico in ingresso e quello in uscita e di attivare delle regolazioni affinché la temperatura corporea rimanga sempre mediamente attorno ai 37 °C. La temperatura cutanea può invece variare molto di più al mutare delle condizioni ambientali. La pelle funziona infatti come scambiatore di calore con l’esterno. Si hanno quindi differenze fra la temperatura corporea interna (praticamente costante) e quella cutanea variabile in funzione della temperatura ambientale e della posizione corporea. <p>In<em><span style="color: #ff6600;"> <strong>ambienti caldi</strong></span></em> o per attività intense il meccanismo di regolazione adottato è in primo luogo la dilatazione dei vasi sanguigni dell’epidermide con conseguente aumento del flusso di calore verso la pelle e aumento del calore superficiale. Nel caso la vasodilatazione fosse insufficiente si attiva la produzione di sudore che evaporando causa una ulteriore dissipazione di calore. <br /><br /> In<em><span style="color: #ff6600;"> <strong>ambienti freddi</strong></span></em> inversamente l’organismo economizza il calore riducendo l’afflusso di sangue verso la cute attraverso la vasocostrizione e quindi riducendo il calore disperso per convezione e irraggiamento. Nel caso la vasocostrizione risultasse insufficiente sopraggiungono i brividi che incrementano il metabolismo muscolare e quindi la produzione di calore. Oltre un dato limite queste regolazioni automatiche del nostro organismo non sono più sufficienti ed allora si hanno sensazioni di malessere di troppo caldo o troppo freddo. Andando oltre possono sopraggiungere gravi disturbi fino alla morte (mediamente sotto i 35 °C e sopra i 40 °C di temperatura corporea profonda). Per avere l’equilibrio termico la somma delle quantità espresse in termini di flusso termico deve essere nulla: <br /><em><br /> <br /> <em>Si ha quindi<strong> <span style="color: #ff6600;">l’equazione del bilancio termico</span></strong> del corpo umano in condizioni stazionarie:&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; <strong> M - E ± R ± C = 0 </strong></em></em></p> <p><em>con:&nbsp;&nbsp;&nbsp; C = scambi di calore per convezione e conduzione; </em><em><br /> <em> R = scambi di calore per irraggiamento; </em><br /> <em> M = calore prodotto dal corpo per effetto del metabolismo corporeo; </em><br /> <em> E = calore disperso per la traspirazione della pelle, l’evaporazione dell’umidità e del sudore sulla pelle e per effetto della respirazione. </em></em></p> <p> </p> <p>In particolare nel caso di un soggetto intento in attività sedentarie all’interno di un locale climatizzato, nel periodo invernale, si hanno le seguenti dispersioni di calore:</p> <ul> <li>Irraggiamento: 40 %; </li> <li>Convezione: 25-30 %; </li> <li>Evaporazione: 20-25 %; </li> <li>Conduzione: trascurabile </li> </ul> <p> </p> <p>I parametri principali che influenzano il benessere termico sono quindi:</p> <ul> <li><span style="text-decoration: underline;">Temperatura dell’aria; </span></li> <li><span style="text-decoration: underline;">Temperatura media radiante; </span></li> <li><span style="text-decoration: underline;">Velocità dell’aria; </span></li> <li><span style="text-decoration: underline;">Umidità relativa; </span></li> <li>Attività (metabolismo); </li> <li>Abbigliamento; </li> <li>Fattori soggettivi. </li> </ul> <p> </p> <p> </p> Gli esseri umani hanno un sistema di controllo termico che permette un adattamento a condizioni ambientali molto variabili. Tenendo presente che il nostro organismo è in grado di misurare il flusso termico in ingresso e quello in uscita e di attivare delle regolazioni affinché la temperatura corporea rimanga sempre mediamente attorno ai 37 °C. La temperatura cutanea può invece variare molto di più al mutare delle condizioni ambientali. La pelle funziona infatti come scambiatore di calore con l’esterno. Si hanno quindi differenze fra la temperatura corporea interna (praticamente costante) e quella cutanea variabile in funzione della temperatura ambientale e della posizione corporea. <p>In<em><span style="color: #ff6600;"> <strong>ambienti caldi</strong></span></em> o per attività intense il meccanismo di regolazione adottato è in primo luogo la dilatazione dei vasi sanguigni dell’epidermide con conseguente aumento del flusso di calore verso la pelle e aumento del calore superficiale. Nel caso la vasodilatazione fosse insufficiente si attiva la produzione di sudore che evaporando causa una ulteriore dissipazione di calore. <br /><br /> In<em><span style="color: #ff6600;"> <strong>ambienti freddi</strong></span></em> inversamente l’organismo economizza il calore riducendo l’afflusso di sangue verso la cute attraverso la vasocostrizione e quindi riducendo il calore disperso per convezione e irraggiamento. Nel caso la vasocostrizione risultasse insufficiente sopraggiungono i brividi che incrementano il metabolismo muscolare e quindi la produzione di calore. Oltre un dato limite queste regolazioni automatiche del nostro organismo non sono più sufficienti ed allora si hanno sensazioni di malessere di troppo caldo o troppo freddo. Andando oltre possono sopraggiungere gravi disturbi fino alla morte (mediamente sotto i 35 °C e sopra i 40 °C di temperatura corporea profonda). Per avere l’equilibrio termico la somma delle quantità espresse in termini di flusso termico deve essere nulla: <br /><em><br /> <br /> <em>Si ha quindi<strong> <span style="color: #ff6600;">l’equazione del bilancio termico</span></strong> del corpo umano in condizioni stazionarie:&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; <strong> M - E ± R ± C = 0 </strong></em></em></p> <p><em>con:&nbsp;&nbsp;&nbsp; C = scambi di calore per convezione e conduzione; </em><em><br /> <em> R = scambi di calore per irraggiamento; </em><br /> <em> M = calore prodotto dal corpo per effetto del metabolismo corporeo; </em><br /> <em> E = calore disperso per la traspirazione della pelle, l’evaporazione dell’umidità e del sudore sulla pelle e per effetto della respirazione. </em></em></p> <p> </p> <p>In particolare nel caso di un soggetto intento in attività sedentarie all’interno di un locale climatizzato, nel periodo invernale, si hanno le seguenti dispersioni di calore:</p> <ul> <li>Irraggiamento: 40 %; </li> <li>Convezione: 25-30 %; </li> <li>Evaporazione: 20-25 %; </li> <li>Conduzione: trascurabile </li> </ul> <p> </p> <p>I parametri principali che influenzano il benessere termico sono quindi:</p> <ul> <li><span style="text-decoration: underline;">Temperatura dell’aria; </span></li> <li><span style="text-decoration: underline;">Temperatura media radiante; </span></li> <li><span style="text-decoration: underline;">Velocità dell’aria; </span></li> <li><span style="text-decoration: underline;">Umidità relativa; </span></li> <li>Attività (metabolismo); </li> <li>Abbigliamento; </li> <li>Fattori soggettivi. </li> </ul> <p> </p> <p> </p> Benessere ambiente domestico 2010-08-03T12:33:20Z 2010-08-03T12:33:20Z https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=250:benessere-ambiente-domestico&catid=51:casa-benessere-sicurezza&Itemid=742 Administrator info@studiobisson.eu <div>In generale una persona si trova in stato di benessere quando non percepisce nessun tipo di sensazione fastidiosa ed è quindi in una condizione di neutralità assoluta rispetto all’ambiente circostante.</div> <p>Dalla definizione è chiaro che il benessere è una quantità non misurabile analiticamente ma solo statisticamente perché dipende da troppe variabili di cui alcune strettamente soggettive e di natura psicologica.</p> <p>Le variabili sono:</p> <ul> <li> <div>il benessere termico e igrometrico;</div> </li> <li> <div>il benessere olfattivo (legato alla qualità dell’aria);</div> </li> <li> <div>il benessere visivo (relativo all’illuminazione);</div> </li> <li> <div>il benessere psicologico.</div> </li> </ul> <p><br /> Nel seguito dell’analisi verrà analizzato principalmente il benessere di tipo termico e igrometrico.</p> <hr /> <p> </p> <span style="font-size: 14pt;"><span style="font-family: andale mono,times;"><span style="color: #ff6600;"><em><strong>Valutazione del comfort negli Ambienti Domestici</strong></em></span></span></span> <p>Tutti i fattori sopra elencati interagiscono fra loro per determinare le sensazioni di benessere o malessere.</p> <p>E’ impossibile giudicare il confort ambientale sulla base di uno solo di questi parametri. Per la valutazione numerica delle condizioni ambientali a cui corrispondono sensazioni di benessere termico si è ricorsi a sperimentazioni di tipo statistico valutando il grado di soddisfazione di gruppi di persone all’interno di ambienti variamente climatizzati, intente ad una certa attività e con un determinato abbigliamento. Ad esempio nella metodologia sperimentale per la valutazione della sensazione termica dell’uomo sviluppata dallo scienziato danese P.O. Fanger si definiscono:</p> <ul> <li> PMV: voto medio previsto (Predicted Mean Vote); </li> <li> PPD: percentuale di persone non soddisfatte (Predicted Percentage of Dissatisfied).</li> </ul> <p> </p> <p>Essendo un modello statistico legato alla soggettività il diagramma risultante è di tipo gaussiano con un 5 % dei soggetti non d’accordo sulla condizione di neutralità. Dal 1984 il metodo del PMV è alla base della Norma Internazionale Standard ISO-7730 per la valutazione del confort termico in un ambiente. Alcune valutazioni di altri studiosi fra cui Humphreys (6) introducono un modello adattivo sostenendo che il confort dipende anche dall’area geografica. Si sono infatti riscontrate delle differenze fra le temperature giudicate confortevoli a seconda della nazionalità.</p> <p><br /> Dalle valutazioni di Humphreys emerge anche che, soprattutto in periodi o climi caldi si raggiunge più facilmente una condizioni di confort se si può operare sui sistemi di controllo ambientale modificandoli a seconda delle proprie esigenze. Contrariamente in un ambiente climatizzato con condizioni costanti e non modificabili direttamente occorrono temperature più basse di 2 °C per il confort.</p> <p>Infine si può determinare la temperatura operante che garantisce il confort in un dato ambiente in funzione dell’attività svolta e del vestiario, a parità di UR (50 %). Nel diagramma di fig. 4 le bande alternate indicano la variazione di temperatura (D T) attorno a quella ottimale, cioè la situazione considerata di benessere dall’80 % del campione in esame. Quindi se ad esempio si evidenzia che un soggetto intento in un’attività leggera (1,3 Met), con vestiario estivo (0,4 Clo), è in condizione di benessere ad una temperatura di 26 °C, con una variazione massima accettabile di 1,5 °C. <br /> Nelle medesime condizioni ma con un vestiario più pesante (1,2 Clo) la temperatura ottimale è di 18 °C con una variazione accettabile di 3 °C.</p> &nbsp; <div align="center"> <hr /> </div> <div><strong>Articoli correlati: </strong><a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=340:recupero-dei-crediti-approfondimento&catid=100&Itemid=243"> </a><strong><br /></strong><strong> </strong></div> <div><strong>Casi Studio:</strong><strong> </strong></div> <div><strong>Link esterni:</strong></div> <div align="center"> <hr /> </div> <p> </p> <br /><span style="color: #333333;"><span style="font-size: 10pt;"><span style="font-family: andale mono,times;">&nbsp;</span></span></span> <div>In generale una persona si trova in stato di benessere quando non percepisce nessun tipo di sensazione fastidiosa ed è quindi in una condizione di neutralità assoluta rispetto all’ambiente circostante.</div> <p>Dalla definizione è chiaro che il benessere è una quantità non misurabile analiticamente ma solo statisticamente perché dipende da troppe variabili di cui alcune strettamente soggettive e di natura psicologica.</p> <p>Le variabili sono:</p> <ul> <li> <div>il benessere termico e igrometrico;</div> </li> <li> <div>il benessere olfattivo (legato alla qualità dell’aria);</div> </li> <li> <div>il benessere visivo (relativo all’illuminazione);</div> </li> <li> <div>il benessere psicologico.</div> </li> </ul> <p><br /> Nel seguito dell’analisi verrà analizzato principalmente il benessere di tipo termico e igrometrico.</p> <hr /> <p> </p> <span style="font-size: 14pt;"><span style="font-family: andale mono,times;"><span style="color: #ff6600;"><em><strong>Valutazione del comfort negli Ambienti Domestici</strong></em></span></span></span> <p>Tutti i fattori sopra elencati interagiscono fra loro per determinare le sensazioni di benessere o malessere.</p> <p>E’ impossibile giudicare il confort ambientale sulla base di uno solo di questi parametri. Per la valutazione numerica delle condizioni ambientali a cui corrispondono sensazioni di benessere termico si è ricorsi a sperimentazioni di tipo statistico valutando il grado di soddisfazione di gruppi di persone all’interno di ambienti variamente climatizzati, intente ad una certa attività e con un determinato abbigliamento. Ad esempio nella metodologia sperimentale per la valutazione della sensazione termica dell’uomo sviluppata dallo scienziato danese P.O. Fanger si definiscono:</p> <ul> <li> PMV: voto medio previsto (Predicted Mean Vote); </li> <li> PPD: percentuale di persone non soddisfatte (Predicted Percentage of Dissatisfied).</li> </ul> <p> </p> <p>Essendo un modello statistico legato alla soggettività il diagramma risultante è di tipo gaussiano con un 5 % dei soggetti non d’accordo sulla condizione di neutralità. Dal 1984 il metodo del PMV è alla base della Norma Internazionale Standard ISO-7730 per la valutazione del confort termico in un ambiente. Alcune valutazioni di altri studiosi fra cui Humphreys (6) introducono un modello adattivo sostenendo che il confort dipende anche dall’area geografica. Si sono infatti riscontrate delle differenze fra le temperature giudicate confortevoli a seconda della nazionalità.</p> <p><br /> Dalle valutazioni di Humphreys emerge anche che, soprattutto in periodi o climi caldi si raggiunge più facilmente una condizioni di confort se si può operare sui sistemi di controllo ambientale modificandoli a seconda delle proprie esigenze. Contrariamente in un ambiente climatizzato con condizioni costanti e non modificabili direttamente occorrono temperature più basse di 2 °C per il confort.</p> <p>Infine si può determinare la temperatura operante che garantisce il confort in un dato ambiente in funzione dell’attività svolta e del vestiario, a parità di UR (50 %). Nel diagramma di fig. 4 le bande alternate indicano la variazione di temperatura (D T) attorno a quella ottimale, cioè la situazione considerata di benessere dall’80 % del campione in esame. Quindi se ad esempio si evidenzia che un soggetto intento in un’attività leggera (1,3 Met), con vestiario estivo (0,4 Clo), è in condizione di benessere ad una temperatura di 26 °C, con una variazione massima accettabile di 1,5 °C. <br /> Nelle medesime condizioni ma con un vestiario più pesante (1,2 Clo) la temperatura ottimale è di 18 °C con una variazione accettabile di 3 °C.</p> &nbsp; <div align="center"> <hr /> </div> <div><strong>Articoli correlati: </strong><a href="https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=340:recupero-dei-crediti-approfondimento&catid=100&Itemid=243"> </a><strong><br /></strong><strong> </strong></div> <div><strong>Casi Studio:</strong><strong> </strong></div> <div><strong>Link esterni:</strong></div> <div align="center"> <hr /> </div> <p> </p> <br /><span style="color: #333333;"><span style="font-size: 10pt;"><span style="font-family: andale mono,times;">&nbsp;</span></span></span> Calcolare una superficie commerciale 2010-08-03T12:25:10Z 2010-08-03T12:25:10Z https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=249:calcolare-una-superficie-commerciale&catid=92:norme-e-leggi Administrator info@studiobisson.eu La norma UNI 10750, riporta i seguenti i criteri di computo della "superficie commerciale". Per maggiori approfondimenti ti suggeriamo l'acquisto della norma UNI. <p>“Per il computo della superficie commerciale, sia che si tratti di immobile destinato ad uso residenziale sia che si tratti di immobile destinato ad uso commerciale (direzionale, industriale e turistico) si deve considerare:</p> <ul> <li>la somma delle superfici coperte calpestabili comprensive delle quote delle superfici occupate dai muri interni e perimetrali; </li> <li>le superfici ponderate ad uso esclusivo delle terrazze, balconi, patii e giardini; </li> <li>le quote percentuali delle superfici delle pertinenze (cantine, posti auto coperti e scoperti, box, ecc.).</li> </ul> <p>Il computo delle superfici coperte deve essere effettuato con i criteri seguenti:</p> <ul> <li> <div>100% delle superfici calpestabili;</div> </li> <li> <div>100% delle superfici pareti divisorie interne (non portanti);&nbsp; super</div> </li> <li> <div>50% delle superfici pareti portanti interne e perimetrali.</div> </li> </ul> Nel caso di immobili indipendenti e/o monofamiliari la percentuale di cui al punto c) deve essere considerata al 100%. Il computo delle superfici di cui al punto c) non potrà, comunque, eccedere il 10% della somma di cui ai punti a) e b). <br /> <p>Per il computo delle superfici scoperte devono essere utilizzati i seguenti criteri di ponderazione:</p> <ul> <li> <div>25% dei balconi e terrazze scoperti;</div> </li> <li> <div>35% dei balconi e terrazze coperti (per coperto si intende chiuso su tre lati);</div> </li> <li> <div>35% dei patii e porticati;</div> </li> <li> <div>60% delle verande;</div> </li> <li> <div>15% dei giardini di appartamento;</div> </li> <li> <div>10% dei giardini di ville e villini.</div> </li> </ul> Le quote percentuali indicate possono variare in rapporto alla particolare ubicazione dell'immobile, alle superfici esterne, le quali possono essere o meno allo stesso livello, alle superfici complessive esterne, le quali comunque non eccedano il 30% di quella coperta, fatti salvi tutti quei fattori incrementativi o decrementativi che caratterizzano il loro particolare livello di qualità ambientale”. <p> La norma UNI 10750, riporta i seguenti i criteri di computo della "superficie commerciale". Per maggiori approfondimenti ti suggeriamo l'acquisto della norma UNI. <p>“Per il computo della superficie commerciale, sia che si tratti di immobile destinato ad uso residenziale sia che si tratti di immobile destinato ad uso commerciale (direzionale, industriale e turistico) si deve considerare:</p> <ul> <li>la somma delle superfici coperte calpestabili comprensive delle quote delle superfici occupate dai muri interni e perimetrali; </li> <li>le superfici ponderate ad uso esclusivo delle terrazze, balconi, patii e giardini; </li> <li>le quote percentuali delle superfici delle pertinenze (cantine, posti auto coperti e scoperti, box, ecc.).</li> </ul> <p>Il computo delle superfici coperte deve essere effettuato con i criteri seguenti:</p> <ul> <li> <div>100% delle superfici calpestabili;</div> </li> <li> <div>100% delle superfici pareti divisorie interne (non portanti);&nbsp; super</div> </li> <li> <div>50% delle superfici pareti portanti interne e perimetrali.</div> </li> </ul> Nel caso di immobili indipendenti e/o monofamiliari la percentuale di cui al punto c) deve essere considerata al 100%. Il computo delle superfici di cui al punto c) non potrà, comunque, eccedere il 10% della somma di cui ai punti a) e b). <br /> <p>Per il computo delle superfici scoperte devono essere utilizzati i seguenti criteri di ponderazione:</p> <ul> <li> <div>25% dei balconi e terrazze scoperti;</div> </li> <li> <div>35% dei balconi e terrazze coperti (per coperto si intende chiuso su tre lati);</div> </li> <li> <div>35% dei patii e porticati;</div> </li> <li> <div>60% delle verande;</div> </li> <li> <div>15% dei giardini di appartamento;</div> </li> <li> <div>10% dei giardini di ville e villini.</div> </li> </ul> Le quote percentuali indicate possono variare in rapporto alla particolare ubicazione dell'immobile, alle superfici esterne, le quali possono essere o meno allo stesso livello, alle superfici complessive esterne, le quali comunque non eccedano il 30% di quella coperta, fatti salvi tutti quei fattori incrementativi o decrementativi che caratterizzano il loro particolare livello di qualità ambientale”. <p> Quando serve una Variazione catastale? 2010-08-02T15:06:29Z 2010-08-02T15:06:29Z https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=248:quando-serve-una-visura-&catid=27:faq&Itemid=703 Administrator info@studiobisson.eu <p>I casi più frequenti che richiedono una<strong><em> <span style="font-size: 14pt;"><span style="font-family: andale mono,times;"><span style="color: #ff6600;">variazione catastale</span></span></span></em></strong> sono:</p> <ul> <li><strong><span style="color: #333333;"><em>Ampliamento</em></span> </strong>o modifica di unità immobiliare per ristrutturazione edilizia;</li> <li><strong><em><span style="color: #333333;">Attribuzione o Scorporo di pertinenze</span> </em></strong>o di aree esclusive: accorpamento di una cantina ad un alloggio;</li> <li><span style="color: #333333;"><strong><em>Cambio di destinazione d'uso</em></strong></span> dei locali: quando l’edificio o una porzione di esso viene destinato ad altro uso, anche senza modifiche dei locali o degli impianti: ad esempio da abitazione a laboratorio o a ufficio, da ufficio a negozio, ecc... ;</li> <li><span style="color: #333333;"><strong><em>Divisione</em></strong></span> di unità immobiliari: divisione di un negozio in due attività distinte;</li> <li><span style="color: #333333;"><strong><em>Esatta rappresentazione grafica</em></strong></span> dell'unità immobiliare: esatta rappresentazione dello stato di fatto degli immobili;</li> <li><span style="color: #333333;"><strong><em>Frazionamento o Fusione</em></strong></span> di due o più unità immobiliari: es. due appartamenti o due negozi;</li> <li><span style="color: #333333;"><strong><em>Modifica degli spazi interni</em></strong> </span>per lavori di ristrutturazione che prevedono lo spostamento, creazione o l’eliminazione di muri divisori interni alla casa. </li> </ul> <p><span style="font-size: 14pt;"><span style="font-family: andale mono,times;"><em><span style="color: #ff6600;"><strong>La variazione catastale è obbligatoria e deve essere presentata entro 30 giorni dalla conclusione dei lavori. </strong></span></em></span></span></p> <p><span style="font-family: helvetica;">&nbsp;</span></p> <p>I casi più frequenti che richiedono una<strong><em> <span style="font-size: 14pt;"><span style="font-family: andale mono,times;"><span style="color: #ff6600;">variazione catastale</span></span></span></em></strong> sono:</p> <ul> <li><strong><span style="color: #333333;"><em>Ampliamento</em></span> </strong>o modifica di unità immobiliare per ristrutturazione edilizia;</li> <li><strong><em><span style="color: #333333;">Attribuzione o Scorporo di pertinenze</span> </em></strong>o di aree esclusive: accorpamento di una cantina ad un alloggio;</li> <li><span style="color: #333333;"><strong><em>Cambio di destinazione d'uso</em></strong></span> dei locali: quando l’edificio o una porzione di esso viene destinato ad altro uso, anche senza modifiche dei locali o degli impianti: ad esempio da abitazione a laboratorio o a ufficio, da ufficio a negozio, ecc... ;</li> <li><span style="color: #333333;"><strong><em>Divisione</em></strong></span> di unità immobiliari: divisione di un negozio in due attività distinte;</li> <li><span style="color: #333333;"><strong><em>Esatta rappresentazione grafica</em></strong></span> dell'unità immobiliare: esatta rappresentazione dello stato di fatto degli immobili;</li> <li><span style="color: #333333;"><strong><em>Frazionamento o Fusione</em></strong></span> di due o più unità immobiliari: es. due appartamenti o due negozi;</li> <li><span style="color: #333333;"><strong><em>Modifica degli spazi interni</em></strong> </span>per lavori di ristrutturazione che prevedono lo spostamento, creazione o l’eliminazione di muri divisori interni alla casa. </li> </ul> <p><span style="font-size: 14pt;"><span style="font-family: andale mono,times;"><em><span style="color: #ff6600;"><strong>La variazione catastale è obbligatoria e deve essere presentata entro 30 giorni dalla conclusione dei lavori. </strong></span></em></span></span></p> <p><span style="font-family: helvetica;">&nbsp;</span></p> Carta Italiana del Restauro 2010-07-30T10:02:57Z 2010-07-30T10:02:57Z https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=242:carta-italiana-del-restauro&catid=92:norme-e-leggi Administrator info@studiobisson.eu <p><strong><em><span style="font-family: andale mono,times;"><span style="font-size: 14pt;"><span style="color: #ff6600;">Ministero della Pubblica Istruzione</span></span> <span style="font-size: 12pt;">&nbsp;<span style="color: #333333;">Circolare n° 117 del 6 aprile 1972 &nbsp;&nbsp;</span></span></span></em></strong></p> <p>"Il Ministero della Pubblica Istruzione nell'intento di pervenire a criteri uniformi nella specifica attività dell'Amministrazione delle Antichità e Belle Arti nel campo della conservazione del patrimonio artistico, ha rielaborato, sentito il parere del Consiglio Superiore delle Antichità e Belle Arti, le norme sul restauro.</p> <p> </p> <p>Tali norme prendono il nome di "Carta di Restauro 1972", sono precedute da una breve relazione e seguite da quattro distinte relazioni contenenti istruzioni&nbsp; per:</p> <p>1) "La salvaguardia ed il restauro delle antichità";</p> <p>2) "La condotta dei restauri architettonici";</p> <p>3) "L'esecuzione dei restauri pittorici e scultorei";</p> <p>4) "La tutela dei centri storici".</p> <p> </p> <p>Le relazioni sono da ritenersi documenti integranti la Carta stessa.</p> <p> </p> <p><strong>RELAZIONE ALLA CARTA DEL RESTAURO</strong></p> <p>La coscienza che le opere d'arte, intese nell'accezione più vasta che va dall'ambiente urbano ai monumenti architettonici a quelli di pittura e scultura, e dal reperto Paleolitico alle espressioni figurative delle culture popolari, debbano essere tutelate in modo organico e paritetico, porta necessariamente alla elaborazione di norme tecnico-giuridiche che sanciscano i limiti entro i qualiva intesa la conservazione, sia come salvaguardia e prevenzione, sia come intervento di restauro propriamente detto. In tal senso costituisce titolo d'onore della cultura italiana che, a conclusione di una prassi di restauro che via via si era emendata dagli arbitri del restauro di ripristino, venisse elaborato già nel 1931 un documento che fu chiamato Carta del Restauro, dove, sebbene l'oggetto fosse ristretto ai monumenti architettonici, facilmente potevano attingersi ed estendersi le norme generali per ogni restauro anche di opere d'arte pittoriche e scultoree. Disgraziatamente tale Carta del Restauro non ebbe mai forza di legge, e quando, successivamente, per la sempre maggiore coscienza che si veniva a prendere dei pericoli ai quali esponeva le opere d'arte un restauro condotto senza precisi criteri tecnici, si intese, nel 1938, sovvenire a questa necessità, sia creando l'Istituto Centrale dl Restauro per le opere d'arte, sia incaricando una Commissione ministeriale di elaborare delle norme unificate che a partire dall'archeologia abbracciassero tutti i rami delle arti figurative; tali norme, da definirsi senz'altro auree, rimasero anch'esse senza forza di legge, quali istruzioni interne dell'Amministrazione, né la teoria o la prassi che in seguito vennero elaborate dall'Istituto Centrale del Restauro furono estese a tutti i restauri di opere d'arte della Nazione.</p> <p> </p> <p>Il mancato perfezionamento giuridico di tale regolamentazione di restauro non tardò a rivelarsi come deleterio, sia per lo stato di impotenza in cui lasciava davanti agli arbitri del passato anche in campo di restauro (e soprattutto di sventramenti e alterazioni di antichi ambienti), sia in seguito alle distruzioni belliche, quando un comprensibile ma non meno biasimevole sentimentalismo, di fronte ai monumenti danneggiati o distrutti, viene a forzare la mano e a ricondurre a ripristini e a ricostruzioni senza quelle cautele e remore che erano state vanto dell'azione italiana di restauro. Né minori guasti dovevano prospettarsi per le richieste di una malintesa modernità e di una grossolana urbanistica, che nell'accrescimento delle città e col movente del traffico portava proprio a non rispettare quel concetto di ambiente, che, oltrepassando il criterio ristretto del monumento singolo, aveva rappresentato una conquista notevole della Carta del Restauro e delle successive istruzioni. Riguardo al più dominabile campo delle opere d'arte, pittoriche e scultoree, sebbene, anche in mancanza di norme giuridiche, una maggiore cautela nel restauro abbia evitato danni gravi quali le conseguenze delle esiziali puliture integrali, come purtroppo è avvenuto all'Estero, tuttavia l'esigenza dell'unificazione di metodi si è rivelata imprescindibile, anche per intervenire validamente sulle opere di proprietà privata, ovviamente non meno importanti, per il patrimonio artistico nazionale, di quelle di proprietà statale o comunque pubblica.</p> <p><strong><em><span style="font-family: andale mono,times;"><span style="font-size: 14pt;"><span style="color: #ff6600;">Ministero della Pubblica Istruzione</span></span> <span style="font-size: 12pt;">&nbsp;<span style="color: #333333;">Circolare n° 117 del 6 aprile 1972 &nbsp;&nbsp;</span></span></span></em></strong></p> <p>"Il Ministero della Pubblica Istruzione nell'intento di pervenire a criteri uniformi nella specifica attività dell'Amministrazione delle Antichità e Belle Arti nel campo della conservazione del patrimonio artistico, ha rielaborato, sentito il parere del Consiglio Superiore delle Antichità e Belle Arti, le norme sul restauro.</p> <p> </p> <p>Tali norme prendono il nome di "Carta di Restauro 1972", sono precedute da una breve relazione e seguite da quattro distinte relazioni contenenti istruzioni&nbsp; per:</p> <p>1) "La salvaguardia ed il restauro delle antichità";</p> <p>2) "La condotta dei restauri architettonici";</p> <p>3) "L'esecuzione dei restauri pittorici e scultorei";</p> <p>4) "La tutela dei centri storici".</p> <p> </p> <p>Le relazioni sono da ritenersi documenti integranti la Carta stessa.</p> <p> </p> <p><strong>RELAZIONE ALLA CARTA DEL RESTAURO</strong></p> <p>La coscienza che le opere d'arte, intese nell'accezione più vasta che va dall'ambiente urbano ai monumenti architettonici a quelli di pittura e scultura, e dal reperto Paleolitico alle espressioni figurative delle culture popolari, debbano essere tutelate in modo organico e paritetico, porta necessariamente alla elaborazione di norme tecnico-giuridiche che sanciscano i limiti entro i qualiva intesa la conservazione, sia come salvaguardia e prevenzione, sia come intervento di restauro propriamente detto. In tal senso costituisce titolo d'onore della cultura italiana che, a conclusione di una prassi di restauro che via via si era emendata dagli arbitri del restauro di ripristino, venisse elaborato già nel 1931 un documento che fu chiamato Carta del Restauro, dove, sebbene l'oggetto fosse ristretto ai monumenti architettonici, facilmente potevano attingersi ed estendersi le norme generali per ogni restauro anche di opere d'arte pittoriche e scultoree. Disgraziatamente tale Carta del Restauro non ebbe mai forza di legge, e quando, successivamente, per la sempre maggiore coscienza che si veniva a prendere dei pericoli ai quali esponeva le opere d'arte un restauro condotto senza precisi criteri tecnici, si intese, nel 1938, sovvenire a questa necessità, sia creando l'Istituto Centrale dl Restauro per le opere d'arte, sia incaricando una Commissione ministeriale di elaborare delle norme unificate che a partire dall'archeologia abbracciassero tutti i rami delle arti figurative; tali norme, da definirsi senz'altro auree, rimasero anch'esse senza forza di legge, quali istruzioni interne dell'Amministrazione, né la teoria o la prassi che in seguito vennero elaborate dall'Istituto Centrale del Restauro furono estese a tutti i restauri di opere d'arte della Nazione.</p> <p> </p> <p>Il mancato perfezionamento giuridico di tale regolamentazione di restauro non tardò a rivelarsi come deleterio, sia per lo stato di impotenza in cui lasciava davanti agli arbitri del passato anche in campo di restauro (e soprattutto di sventramenti e alterazioni di antichi ambienti), sia in seguito alle distruzioni belliche, quando un comprensibile ma non meno biasimevole sentimentalismo, di fronte ai monumenti danneggiati o distrutti, viene a forzare la mano e a ricondurre a ripristini e a ricostruzioni senza quelle cautele e remore che erano state vanto dell'azione italiana di restauro. Né minori guasti dovevano prospettarsi per le richieste di una malintesa modernità e di una grossolana urbanistica, che nell'accrescimento delle città e col movente del traffico portava proprio a non rispettare quel concetto di ambiente, che, oltrepassando il criterio ristretto del monumento singolo, aveva rappresentato una conquista notevole della Carta del Restauro e delle successive istruzioni. Riguardo al più dominabile campo delle opere d'arte, pittoriche e scultoree, sebbene, anche in mancanza di norme giuridiche, una maggiore cautela nel restauro abbia evitato danni gravi quali le conseguenze delle esiziali puliture integrali, come purtroppo è avvenuto all'Estero, tuttavia l'esigenza dell'unificazione di metodi si è rivelata imprescindibile, anche per intervenire validamente sulle opere di proprietà privata, ovviamente non meno importanti, per il patrimonio artistico nazionale, di quelle di proprietà statale o comunque pubblica.</p> Leggi per il Condominio 2010-07-30T09:39:35Z 2010-07-30T09:39:35Z https://www.studiobisson.eu/index.php?option=com_content&view=article&id=240:leggi-per-il-condominio&catid=92:norme-e-leggi Administrator info@studiobisson.eu <h1><span style="color: #ff6600;"><span style="font-size: 24pt;"><span style="font-family: book antiqua,palatino;"><strong><span style="font-size: 14pt;"><em><span style="font-family: andale mono,times;">Alcune Leggi per il Condominio</span></em></span></strong></span></span></span></h1> <h3><span style="color: #ff6600;"><span style="font-size: 24pt;"><span style="font-family: book antiqua,palatino;"><strong><span style="font-family: andale mono,times;"><span style="font-size: 12pt;"><span style="color: #333333;">Le leggi italiane che regolano diversi aspetti del condominio</span></span></span><br /></strong></span></span></span></h3> <ul> <li><span style="color: #333333;"><span style="font-family: andale mono,times;"><span style="font-size: 10pt;">Legge 6/5/1940, n. 554 - Disciplina uso aerei esterni - (antenne) </span></span></span></li> <li><span style="color: #333333;"><span style="font-family: andale mono,times;"><span style="font-size: 10pt;">Legge 24/10/1942, n. 1415 - Impianto ed esercizio di ascensori in uso privato </span></span></span></li> <li><span style="color: #333333;"><span style="font-family: andale mono,times;"><span style="font-size: 10pt;">Decreto del 9/1/1987, n. 13 - Direttive CEE ascensori </span></span></span></li> <li><span style="color: #333333;"><span style="font-family: andale mono,times;"><span style="font-size: 10pt;">Legge 9/1/1989, n. 13 - Barriere Architettoniche </span></span></span></li> <li><span style="color: #333333;"><span style="font-family: andale mono,times;"><span style="font-size: 10pt;">Legge 24/03/89, n. 122 - Parcheggi </span></span></span></li> <li><span style="color: #333333;"><span style="font-family: andale mono,times;"><span style="font-size: 10pt;">Legge 5/3/1990, n. 46 - Sicurezza Impianti </span></span></span></li> <li><span style="color: #333333;"><span style="font-family: andale mono,times;"><span style="font-size: 10pt;">Legge 9/1/1991, n. 10 - Attuazione piano Energetico nazionale </span></span></span></li> <li><span style="color: #333333;"><span style="font-family: andale mono,times;"><span style="font-size: 10pt;">D.P.R. 26/08/93, n. 412 - Regolamento consumi di energia </span></span></span></li> <li><span style="color: #333333;"><span style="font-family: andale mono,times;"><span style="font-size: 10pt;">Legge 25/01/94, n. 82 - Disciplina delle attività di pulizia... </span></span></span></li> <li><span style="color: #333333;"><span style="font-family: andale mono,times;"><span style="font-size: 10pt;">Legge 22/04/94, n. 368 - Regolamento esecuzione interventi manutenzione straordinaria </span></span></span></li> <li><span style="color: #333333;"><span style="font-family: andale mono,times;"><span style="font-size: 10pt;">Contratto Collettivo Portieri dal 1/1/97 - Tabella A B C </span></span></span></li> <li><span style="color: #333333;"><span style="font-family: andale mono,times;"><span style="font-size: 10pt;">Decreto del 15-11-99<strong> - </strong>Modifiche e integrazioni al D.Lgs. 14 agosto 1996, n. 494 (cantieri temporanei o mobili) </span></span></span></li> <li><span style="color: #333333;"><span style="font-family: andale mono,times;"><span style="font-size: 10pt;">DPR n. 551 del 21-12-99 - Progettazione, manutenzione ed installazione impianti termici </span></span></span></li> <li><span style="color: #333333;"><span style="font-family: andale mono,times;"><span style="font-size: 10pt;">DL 2 feb. 2001 n. 31 - Attuazione della direttiva 98/83/CE qualità acque destinate al consumo umano </span></span></span></li> <li><span style="color: #333333;"><span style="font-family: andale mono,times;"><span style="font-size: 10pt;">DDL 4339/2000 - Fascicolo del fabbricato </span></span></span></li> <li><span style="color: #333333;"><span style="font-family: andale mono,times;"><span style="font-size: 10pt;">LEGGE 20 marzo 2001, n. 66 Conversione del decreto-legge 23 gennaio 2001, n. 5, (differimento termini trasmissioni radiotelevisive </span></span></span></li> </ul> <h1><span style="color: #ff6600;"><span style="font-size: 24pt;"><span style="font-family: book antiqua,palatino;"><strong><span style="font-size: 14pt;"><em><span style="font-family: andale mono,times;">Alcune Leggi per il Condominio</span></em></span></strong></span></span></span></h1> <h3><span style="color: #ff6600;"><span style="font-size: 24pt;"><span style="font-family: book antiqua,palatino;"><strong><span style="font-family: andale mono,times;"><span style="font-size: 12pt;"><span style="color: #333333;">Le leggi italiane che regolano diversi aspetti del condominio</span></span></span><br /></strong></span></span></span></h3> <ul> <li><span style="color: #333333;"><span style="font-family: andale mono,times;"><span style="font-size: 10pt;">Legge 6/5/1940, n. 554 - Disciplina uso aerei esterni - (antenne) </span></span></span></li> <li><span style="color: #333333;"><span style="font-family: andale mono,times;"><span style="font-size: 10pt;">Legge 24/10/1942, n. 1415 - Impianto ed esercizio di ascensori in uso privato </span></span></span></li> <li><span style="color: #333333;"><span style="font-family: andale mono,times;"><span style="font-size: 10pt;">Decreto del 9/1/1987, n. 13 - Direttive CEE ascensori </span></span></span></li> <li><span style="color: #333333;"><span style="font-family: andale mono,times;"><span style="font-size: 10pt;">Legge 9/1/1989, n. 13 - Barriere Architettoniche </span></span></span></li> <li><span style="color: #333333;"><span style="font-family: andale mono,times;"><span style="font-size: 10pt;">Legge 24/03/89, n. 122 - Parcheggi </span></span></span></li> <li><span style="color: #333333;"><span style="font-family: andale mono,times;"><span style="font-size: 10pt;">Legge 5/3/1990, n. 46 - Sicurezza Impianti </span></span></span></li> <li><span style="color: #333333;"><span style="font-family: andale mono,times;"><span style="font-size: 10pt;">Legge 9/1/1991, n. 10 - Attuazione piano Energetico nazionale </span></span></span></li> <li><span style="color: #333333;"><span style="font-family: andale mono,times;"><span style="font-size: 10pt;">D.P.R. 26/08/93, n. 412 - Regolamento consumi di energia </span></span></span></li> <li><span style="color: #333333;"><span style="font-family: andale mono,times;"><span style="font-size: 10pt;">Legge 25/01/94, n. 82 - Disciplina delle attività di pulizia... </span></span></span></li> <li><span style="color: #333333;"><span style="font-family: andale mono,times;"><span style="font-size: 10pt;">Legge 22/04/94, n. 368 - Regolamento esecuzione interventi manutenzione straordinaria </span></span></span></li> <li><span style="color: #333333;"><span style="font-family: andale mono,times;"><span style="font-size: 10pt;">Contratto Collettivo Portieri dal 1/1/97 - Tabella A B C </span></span></span></li> <li><span style="color: #333333;"><span style="font-family: andale mono,times;"><span style="font-size: 10pt;">Decreto del 15-11-99<strong> - </strong>Modifiche e integrazioni al D.Lgs. 14 agosto 1996, n. 494 (cantieri temporanei o mobili) </span></span></span></li> <li><span style="color: #333333;"><span style="font-family: andale mono,times;"><span style="font-size: 10pt;">DPR n. 551 del 21-12-99 - Progettazione, manutenzione ed installazione impianti termici </span></span></span></li> <li><span style="color: #333333;"><span style="font-family: andale mono,times;"><span style="font-size: 10pt;">DL 2 feb. 2001 n. 31 - Attuazione della direttiva 98/83/CE qualità acque destinate al consumo umano </span></span></span></li> <li><span style="color: #333333;"><span style="font-family: andale mono,times;"><span style="font-size: 10pt;">DDL 4339/2000 - Fascicolo del fabbricato </span></span></span></li> <li><span style="color: #333333;"><span style="font-family: andale mono,times;"><span style="font-size: 10pt;">LEGGE 20 marzo 2001, n. 66 Conversione del decreto-legge 23 gennaio 2001, n. 5, (differimento termini trasmissioni radiotelevisive </span></span></span></li> </ul>