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Casa, Benessere, Sicurezza

Resistenza strutturale a un Incendio

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Qual'è la resistenza strutturale di una costruzione all'incendio

Quando si sviluppa un incendio in una costruzione, la prima preoccupazione è relativa all’incolumità delle persone che si trovano nei locali colpiti e nei limitrofi, nonché dei soccorritori. Questi ultimi pur se protetti adeguatamente dalle fiamme e dai fumi, devono contare sulle capacità di resistenza delle strutture per poter intervenire nei locali investiti dall’incendio.

Quello che interessa e che le strutture abbiano una sufficiente capacità di resistenza in termine di “durata”, tale da consentire l’intervento dei Vigili del Fuoco all’interno delle costruzioni con adeguata sicurezza. Con questo scopo sono state stabilite delle curve temperatura-tempo convenzionali che rappresentano le condizioni più gravose di un incendio,in rapporto alle quali si stabilisce la capacità di un elemento,strutturale o non strutturale di rispondere in termini di resistenza, tenuta ed isolamento.

 

Danneggiamento strutturale

Gli incendi reali presentano tutti una fase crescente, una fase di pieno sviluppo ed una fase decrescente di spegnimento in cui la struttura subisce inevitabilmente dei danneggiamenti. Il professionista interviene nella valutazione del livello di danneggiamento subito dalle strutture per arrivare a stabilirne il grado di sicurezza residuo e, nel caso questo risulti insufficiente, prevedere i provvedimenti di rinforzo e di ripristino necessari.

La tendenza attuale dell’ingegneria strutturale è quella di prevedere per una struttura non solo la durata di resistenza ma anche il livello di danneggiamento in caso di un incendio “reale”,allo scopo di garantire un opportuno “livello di protezione”.

 

Criteri di verifica

Criteri di verifica della sicurezza strutturale. Stabiliti i requisiti prestazionali richiesti dalla struttura, sono necessari vari criteri in base ai quali poter stabilire se il grado si sicurezza richiesto è effettivamente conseguito dalla struttura o dall’elemento strutturale in esame. La verifica della sicurezza viene affidata solo all’analisi dei singoli elementi strutturali considerati isolati ammettendo implicitamente che la sicurezza dell’ intero sistema strutturale sia garantita dalla sicurezza dei singoli componenti.

La metodologia di progetto sperimentale presenta gli innegabili pregi di:

  • Avere successo per molti anni,
  • Avere a disposizione una vasta letteratura internazionale per l’interpretazione dei risultati.

La metodologia di progetto analitica invece:

  • Costi contenuti,
  • Possibilità di analisi di interi elementi strutturali,

Nessun limite alle dimensioni geometriche degli elementi, La migliore metodologia si avrà dall’analisi del rapporto costi/benefici.



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Analisi di un incendio (approfondimento)

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Qual'è l'azione di un incendio?

L’incendio agisce sulla struttura riscaldandone gli elementi,provocando dilatazioni,coazioni e degrado dei materiali. È la temperatura il parametro principale che governa la risposta dei materiali, l’azione incendio viene pertanto descritta attraverso l’evoluzione nel tempo della temperatura dei gas caldi, prodotti dalla combustione che trasmettono calore per convezione e irraggiamento alla struttura.

Le modalità di evoluzione di un incendio sono molteplici e dipendono da molti fattori. In generale può essere individuata    una prima fase di innesco caratterizzata da temperature crescenti ma non molto elevate. Se non si verifica un’autoestinzione, alla fase d’innesco segue un’estensione rapida ed incontrollata della combustione, tale da renderla irreversibile e generalizzata. Questa condizione viene detta “flash-over” oltre la quale inizia la fase di sviluppo pieno dell’incendio,producendo un notevole innalzamento della temperatura fino a un massimo, quando inizia ad esaurirsi il materiale combustibile. Segue la fase di spegnimento, la temperatura subisce una riduzione progressiva e lenta.

Per quando riguarda la prevenzione degli incendi i parametri che influiscono sullo sviluppo dell’incendio sono la natura e la quantità dei materiali combustibili, le modalità di apporto del comburente (ossigeno), la presenza di provvedimenti atti a circoscrivere spazialmente i fenomeni (compartimentazione) o ad ostacolarne lo sviluppo (impianti di spegnimento automatico).


Omologazione di conformità VV.F.

La certificazione di appartenenza di un componente o di una struttura ad una certa classe di resistenza al fuoco si ottiene nella maggior parte dei casi per via sperimentale tramite una prova presso un laboratorio abilitato dal Ministero dell’Interno, sul quale lo stesso ministero esercita attività di sorveglianza. Conformemente a quanto prescritto dal D.M. 4/5/1998, la valutazione della resistenza al fuoco può essere anche di tipo analitico o tabellare e quindi può essere definita secondo la Circolare 91 del 14/9/1961 e le norme UNI 9502, UNI 9503, UNI 9504 (quest’ultime solo per le strutture in cls).


Per valutare la resistenza al fuoco di un elemento costruttivo in laterizio il riferimento principale è quanto indicato all’interno della Circolare n. 91 del Ministero degli Interni, del 14/9/1961 (“Norme di sicurezza per la protezione contro il fuoco dei fabbricati a struttura in acciaio destinati ad uso civile”). Anche se il titolo può trarre in inganno, il campo di applicabilità della Circolare è stato esteso, nel corso degli anni, anche ai fabbricati in calcestruzzo armato e/o precompresso, in legno, a struttura mista, in muratura, ecc., di destinazione anche diversa da quella di uso civile.


È anche opportuno ricordare che, nel caso della resistenza al fuoco, l’omologazione dell’elemento è richiesta solo per alcune tipologie di prodotti, quali le porte ed altri elementi di chiusura (si veda D.M. 14/12/1993). Per contro il Ministero dell’Interno non prevede per le certificazioni di resistenza al fuoco su pareti in laterizio alcuna procedura di omologazione (si veda in proposito il chiarimento del Laboratorio del Centro Studi del Ministero dell’Interno riportato di seguito). Il produttore che detiene la certificazione è tenuto infine a rilasciare una “Dichiarazione di conformità” del materiale fornito al prototipo testato.

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Intensità della radiazione solare

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Nella stagione fredda, l'energia solare può dare un contributo significativo al fabbisogno energetico degli edifici. A tal fine vengono utilizzati i seguenti meccanismi:

- la captazione solare, in cui l'energia solare captata viene trasformata in calore;

- l'accumulo termico, in cui il calore captato durante il giorno viene accumulato per un uso successivo;

- la distribuzione del calore, in cui il calore captato/accumulato viene indirizzato alle parti dell'edificio che è necessario riscaldare;

- conservazione del calore, in cui il calore è mantenuto nell'edificio il più a lungo possibile.

 

I sistemi solari passivi si dividono in diretti, indiretti ed isolati.  Il sistema diretto, quello più comune, presenta ampie vetrate esposte a sud, aperte direttamente sull'ambiente interno, che dispone di sufficienti masse di accumulo termico. I principali sistemi indiretti sono: il muro termico, il muro di Trombe e le serre. 

 Captare l' energia solare

Occorre collocare gli spazi in relazione ai loro bisogni di riscaldamento, al fine di minimizzare la domanda totale di energia. Gli spazi che richiedono un riscaldamento continuo devono essere orientati a Sud, in modo da sfruttare al massimo gli apporti solari. L'effetto della radiazione solare su un edificio non è dovuto esclusivamente alle finestre, ma anche alla capacità di accumulare calore nella struttura edilizia nel suo complesso.

Favorire l'ingresso ed il contributo della radiazione solare rappresenta la principale strategia di riscaldamento passivo. Si parla di guadagno diretto quando la radiazione entra direttamente nello spazio da riscaldare attraverso ampie superfici vetrate. Dimensioni, forme e orientamento delle finestre possono influire sull'entità dei guadagni solari e così anche il vetro, a seconda delle sue caratteristiche (vetro singolo/vetro doppio), contribuisce a contenere le perdite di calore.

Si definisce serra solare uno spazio abitabile in vetro, contiguo ma separato dal locale soggiorno, che assorbe la radiazione solare, fornendo un netto contributo per il riscaldamento quando la sua temperatura risulta superiore a quella degli ambienti interni. Durante l'inverno, in particolare, essa svolge anche una funzione di spazio- filtro riducendo le dispersioni di calore verso l'esterno. Diversamente in estate la serra può produrre fenomeni di surriscaldamento e occorre quindi ostacolare l'ingresso della radiazione solare tramite schermature e favorire la fuoriuscita dell'aria calda attraverso apposite aperture.


 


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Riscaldamento domestico

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Per riscaldare gli ambienti domestici si possono usare diversi metodi e diversi prodotti:

Pannelli radianti

I pannelli radianti, come fonte di riscaldamento, hanno il vantaggio, per quanto riguarda l'arredamento di un locale, di non interferire nella disposizione e di non creare problemi di ordine estetico. Infatti sono costituiti da serpentine di tubazioni annegate nelle strutture orizzontali o verticali della casa: si possono avere cosi pannelli a soffitto, pannelli a pavimento, e pannelli a parete. La temperatura dell'acqua, in questi pannelli, non deve superare normalmente i 45-50 °C perchè il calore non danneggi le strutture murarie. Il sistema a pannelli può essere usato, se appositamente disposto, per il raffrescamento estivo.

Termoconvettori

È un sistema di riscaldamento che prevede tubi (allacciati alle condutture di andata e ritorno dell'acqua) su cui sono fissati elementi ad alette, sistemati in nicchie in parte chiuse da uno schermo, che di solito è in metallo. L'aria entra dall’apertura inferiore dello schermo, attraversa il termoconvettore e esce riscaldata dall'apertura superiore. La nicchia in cui è sistemato il termoconvettore si comporta come un piccolo camino attivando la circolazione dell’aria. Più la nicchia è alta e più aumenta la circolazione dell'aria attraverso il termoconvettore, e di conseguenza aumenta il rendimento. Quando non sono in nicchia, si presentano come « cassette » che potrebbero essere scambiate per copricalofireri.



Termoventilazione

Gli impianti di riscaldamento tendono a portare a valori « ottimi » l'aria degli ambienti, ma le sensazioni di « benessere » dipendono, oltre che dalla temperatura, anche dalla purezza, dalla velocità e dall'umidità relativa dell'aria. Gli impianti di condizionamento sono in grado di controllare tutte queste « voci »: con la termoventilazione, che è qualcosa di intermedio tra il riscaldamento e il condizionamento integrale, si agisce (solo in inverno però) sulla temperatura, sulla velocità e sulla purezza dell'aria. L'impianto di termoventilazione nelle abitazioni private è soprattutto indicato in quegli ambienti dove c'è poco ricambio naturale d'aria, come per esempio nei seminterrati oppure nelle case costituzionalmente umide.

Gas

È tra i combustibili usati in tutto il mondo per alimentare stufe e caldaie di impianti termici. Il problema centrale degli impianti a gas è la sicurezza, e tutti dovrebbero conoscere le norme che regolano l'impiego del gas combustibile prima di usufruire di questo mezzo di riscaldamento. Perché, se alcuni gas non sono di per sé tossici, la loro combustione in un ambiente povero di ossigeno genera il mortale ossido di carbonio. Un impianto di riscaldamento con stufe a gas deve quindi essere fatto da uno specialista (mentre fornelli, cucine o stufette possono essere installati da chiunque, sempre rispettando certe norme di sicurezza). Per esempio, è imprudente mettere apparecchi a gas in bagno, nelle camere da letto o in locali sotterranei dove i gas tossici potrebbero ristagnare.

I Radiatori (caloriferi)

La loro forma è studiata per favorire il più possibile la trasmissione di calore, e perché questo avvenga con il massimo rendimento è bene che gli elementi dei radiatori non siano mai verniciati con pittura lucida. Negli ambienti di piccole dimensioni, quando lo spazio deve essere sfruttato al centimetro, si possono anche usare : le piastre radianti, lisce o leggermente nervate, in ghisa o in acciaio. La sistemazione sottofinestra dei radiatori è la più adatta a una buona distribuzione della temperatura negli ambienti: oggi, in clima di risparmio energetico, qualcuno la sconsiglia. Quando i radiatori sono messi in nicchia o dissimulati da uno schermo frontale, perdono una parte della loro efficienza: meglio quindi lasciarli in vista senza preoccuparsi troppo, sul piano estetico, della loro presenza. Si potranno tinteggiare nel colore delle pareti oppure in quello predominante della tappezzeria, se questa fosse a disegni di diverse tinte. Comunque, se si dovesse nascondere un radiatore in un mobile, per esempio per incorporarlo in una parete - libreria, bisogna che il calore abbia libero sfogo attraverso il pannello frontale che può avere una feritoia in alto e in basso, oppure essere costituito da una grata metallica, da un'antina a persiana o in paglia di Vienna. Per evitare danni ai mobili, bisogna avere l'accortezza di rivestire con fogli di amianto le parti in legno che confinano con il radiatore.

Camini

L'aspetto esteriore è senz'altro importante, ma è indispensabile che il funzionamento sia perfetto. Se la canna fumaria è già predisposta e il camino messo in quella certa zona non favorisse una buona disposizione dei mobili, si potrà spostarlo sulla stessa parete, collegandolo alla canna fumaria con una conduttura che avrà al massimo l'inclinazione di 45 gradi. Se il camino fosse troppo lontano dalla canna fumaria e l'inclinazione superasse i 45 gradi, il tiraggio risulterebbe difficile. Per facilitare il deflusso del fumo è necessario che la cappa non sia troppo bassa rispetto all'altezza del focolare, e inoltre la linea che unisce la cappa con la canna fumaria deve essere dolce e ascendente, senza nessun angolo vivo.

Camini moderni

I camini moderni in genere sono costituiti da monoblocco con vetro apribile a scomparsa e con ventilatori per emissione di aria calda, il rivestimento è in marmo o legno.
Il camino ad angolo è ideale per locali di piccole dimensioni, dato il suo ingombro ridotto. Per inserirlo in un arredamento moderno il monoblocco può essere rivestito con una semplice strollatura, oppure completato con uno dei rivestimenti disponibili.
Sono dotati di uscita fumi circolare, in modo da consentire l'utilizzo di canne fumarie prefabbricate in acciaio inox.

Camini rustici

I camini rustici sono aperti e caratterizzati da specifiche lavorazioni del rivestimento, in marmo, pietra o legno. Vengono infatti effettuate particolari procedure sui rivestimenti per la creazione di superfici irregolari che donano un aspetto rustico.
Sono ideali per le case di campagna, le taverne e ogni altro luogo dove ritrovare il piacere della tradizione. La pulizia delle canna fumaria deve essere effettuata all'inizio di ogni stagione per evitare possibili incendi, l'esterno del caminetto può essere rivestito con motivi floreali o con appositi oggetti. I caminetti prefabbricati a focolare aperto assicurano, insieme al piacere del fuoco, anche una integrazione al riscaldamento domestico, ottenuta sia per irraggiamento attraverso il focolare, sia tramite distribuzione di aria calda.

Rivestimenti camini

I rivestimenti adeguano il camino all'ambiente circostante, i camini rustici possono essere rivestiti con vari materiali, pietra, pietra ollare, marmo, legno e sono particolarmente adatti per arredare la taverna, se ne trovano di frontali completi di panca e mobiletto.  I camini classici hanno un rivestimento che si adatta ad ogni tipo di ambiente, anche moderno e sono adatti soprattutto per il soggiorno.

Alcune idee per rivestire con gusto: pietra di Bretignac, zoccolo in pietra di Chazell e mattoncini refrattari fatti a mano; pietra di Mauzenes, mattoncini refrattari rosa fatti a mano con travi in rovere, oppure pietra di Mauzenes, mattoncini refrattari salmone anticati completo di travi e scaffali in rovere; marmo di Bretignac, mattoncini sabbiati e fatti a mano, trave in rovere massiccio; granito rosso Funil e mattoncini rosa fatti a mano. 


Alcuni consigli utili per mantenere l'efficienza del caminetto:
Al primo utilizzo quelli a gas debbono restare accesi per almeno 4 ore continuative. Pulire il vetro dopo le prime 4 ore di funzionamento, ripulire il camino all'inizio di ogni stagione e controllarne la funzionalità una volta all'anno. La maggior parte dei camini o stufe a legna sono essenzialmente decorativi anche se ce ne sono di alcuni modelli che oltre ad essere decorativi sono anche funzionali. Per migliorare l'efficienza del camino, se si tratta di un modello a focolare aperto, basta inserire all'interno un monoblocco dotato di chiusura ermetica.


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Comfort Termico

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  Il comfort termico dipende da:
  • Parametri fisici: temperatura dell’aria, temperatura media radiante, umidità relativa, velocità dell’aria, pressione atmosferica;
  • Parametri esterni: attività svolta che influenza il metabolismo, abbigliamento;
  • Fattori organici: età, sesso, caratteristiche fisiche individuali;
  • Fattori psicologici e culturali.

Inoltre in base alle condizioni sociali e ambientali si possono trovare diversi gradi di accettazione di situazioni non confortevoli. Infatti trovandosi in una prolungata situazione di disagio si possono ritenere "normali" anche situazioni ambientali che in contesti diversi sarebbero giudicate di malessere. In una civiltà evoluta come la nostra si richiede invece un elevato grado di confort.  Nel contesto dei paesi economicamente più sviluppati non sarebbe realistico perseguire un risparmio energetico riducendo le prestazioni ambientali degli edifici. Il sacrificio energetico, cioè la rinuncia all’utilizzo di alcune comodità e al benessere può essere solo una consapevole scelta personale e non può venire da un’imposizione progettuale.


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Illuminazione Ambienti Domestici

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La corretta illuminazione degli ambienti è legata alla disposizione dei mobili: è quindi necessario, quando si studia un tracciato elettrico, avere bene in mente come sarà l'arredamento. Per ottenere un'illuminazione razionale sono necessari: un giusto dosaggio di luce diretta, di luce indiretta e di luce diffusa; l'uso appropriato degli apparecchi illuminanti (a sospensione, a parete, a piede); la scelta di lampade efficienti; la giusta potenza delle lampade; l'opportuna .colorazione degli ambienti.

Illuminazione diretta. È indispensabile dove si richiede concentrazione di luce, come per esempio sul tavolo da pranzo, sullo scrittoio, sul tavolo da lavoro e nell'angolo lettura.

Luce indiretta. È indicata per l'illuminazione generale dei locali: la sorgente luminosa è nascosta alla vista e l'illuminazione è ottenuta per riflessione su superfici chiare. Dovrà essere integrata con apparecchi a luce diretta o diffusa che concentrino la luce nei punti necessari. 

Illuminazione diffusa. Si ottiene con lampade da tavolo o da terra capaci di creare una certa atmosfera. Le lampade a soffitto, a parete o a piede possono essere indifferentemente studiate per produrre luce diretta, indiretta o diffusa. Per ottenere una buona illuminazione non basta scegliere la lampada appropriata, ma occorre individuare l'esemplare più idoneo alle proprie esigenze.

 

Esempio

Esistono lampade da parete (appliques) che producono una luce diffusa; altre, sempre di questa categoria, che forniscono un fascio di luce diretta. Se quindi dobbiamo illuminare l'angolo lettura, sceglieremo, tra le appliques, quella in grado di darci una efficace luce diretta. È importante, quando si fa una scelta, non basarsi soltanto su valutazioni estetiche, ma prima di tutto si deve tener conto che una lampada è un apparecchio per fornire una perfetta illuminazione, quindi deve essere adatta allo scopo per cui è destinata: concentrare o diffondere luce e non dar luogo a fenomeni di abbagliamento. Inoltre le sue caratteristiche di consumo dovranno rispondere a criteri di economia. La produzione è cosi vasta che non è difficile trovare una lampada che oltre a piacerei riassuma tutte le qualità necessarie al nostro caso. Per ottenere una buona resa della lampada scelta è necessario che sia completata con lampadine adatte. Esistono alcuni tipi di lampadine, di importazione danese, che producono una luce rosata, morbida, suggestiva. Hanno un prezzo superiore alle normali lampadine, ma oltre a durare molto a lungo, consumano meno energia grazie al grado molto inferiore di calore che producono. Questo tipo di lampadina è adatto a un'illuminazione diffusa. Anche la colorazione degli ambienti concorre al miglioramento dell'illuminazione. Le tinte chiare alle pareti procurano un migliore coefficiente di riflessione, le pareti lucide più di quelle opache. Rivestimenti in legno scuro e tappezzerie in tessuto o in paglia aiutano a creare un'atmosfera intima e accogliente, ma anche a smorzare la potenza delle lampade. Vediamo, locale per locale, l'illuminazione dei diversi ambienti della casa.

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L'illuminazione in cucina

Illuminare bene la cucina vuol dire facilitare l'utente, voi, durante la fase di preparazione dei cibi. Oltre alla fonte principale di luce (una plafoniera collocata a soffitto, se il locale è piccolo, o un lume a sospensione se non lo è), è necessario distribuire altri punti luce, per esempio sopra il piano di cottura per eliminare le zone d'ombra che si creano tra i fornelli e chi sta cucinando. Generalmente la lampada è prevista nel bordo della cappa che sovrasta il piano di cottura, ma in ogni caso, quasi tutti i mobili per cucina possono essere attrezzati con piccoli impianti di illuminazione. Per poter avere una buona visibilità anche all'interno dei recipienti, bisognerà installare lampade con una potenza di almeno 60 watts. L'interruttore va messo in alto perché gli spruzzi delle cotture non lo raggiungano.

Quando il locale non solo è abbastanza grande, ma è di forma irregolare o a « elle », non basterà una sola fonte di luce a soffitto per garantire una funzionale illuminazione generale. Intanto, se esiste una zona-pranzo, ci sarà una conveniente luce diretta sul tavolo (ottenuta magari con una lampada a saliscendi in modo che l'altezza venga regolata a piacere). Sul tavolo o sul «bancone », utilizzato come tavolo per la colazione, si può anche creare un tratto di soffitto luminoso ribassato; un'altra buona soluzione è installare un binario al centro del soffitto, che ne segua l'andamento per tutta la sua lunghezza, su cui fissare qualche spot che indirizzi la luce nei punti voluti.

 

 

L'illuminazione camera da letto

Una buona illuminazione generale è indispensabile e la si può ottenere con una plafoniera piatta applicata a soffitto (luce diffusa) o con appli­ques sistemate lungo le pareti. Per leggere o lavorare a letto, occorre un lume a faretto, posato sul ripiano del tavolino o meglio fis­sato a parete o applicato, con morsetto, al piano: queste soluzioni sono indicate soprat­tutto nelle camere dei ragazzi (si eviterà cosi che il lume cada a terra). Il lume a fa­retto convoglia il fascio di luce in una dire­zione precisa e lascia il resto del locale in ombra, cosa indispensabile quando la stanza è «doppia ».

Quando in camera da letto. è stato ricavato l'angolo-toeletta, questo deve essere illumi­nato in modo che specchiandosi non si riman­ga abbagliati dalla luce. Il problema può esse­re risolto mettendo la fonte d'illuminazione di fianco o sopra lo specchio, usando lampa­de smerigliate o opaline, oppure collocando la luce dietro la lastra e facendola diffondere attraverso i margini dello specchio preparati in modo da essere antiabbaglianti e rifrangen­ti come il resto della superficie. Quando c'è spazio al di fuori della stanza da letto, è meglio che l'armadio non stia in que­sto locale: sia che l'armadio si trovi nel cor­ridoio notte, sia nella stanza da letto, il pro­blema è sempre lo stesso: che i capi di ve­stiario siano ben visibili ad apertura delle an­te. L'illuminazione generale dell'ambiente non è mai sufficiente perché sia le ante semiaperte sia la persona proiettano ombra nell'interno. Per questa ragione sono utili le luci nel mo­bile, magari incassate nello spessore del cie­lino dell'armadio per non creare intralci quando si ripongono o si estraggono i capi d'abbigliamento.

 

 

L'illuminazione del soggiorno

È nel soggiorno che la famiglia si ritrova a conversare, leggere, ricevere gli amici o a « vedere la televisione » e, quando la cucina è piccola e non esiste un tinello, è qui che si consumano i pasti. Quando l'ambiente non supera i 20 mq, può accogliere due sole zone che molto spesso sono l'angolo pranzo e l'angolo conversazione. Perché l'atmosfera intorno al tavolo da pranzo sia calda e intima, l'illuminazione deve essere concentrata e intensa; lo spazio intorno al tavolo deve essere sgombro per permettere una certa libertà di movimento. Ne deriva che l'apparecchio indicato per soddisfare le due condizioni è quello a soffitto con luce diretta. Poiché in un locale che accoglie due zone distinte (pranzo e conversazione) il tavolo va sistemato decentrato, il lume che scende da soffitto deve coincidere con un punto luce che non si trova al centro del locale. Se si abita una casa provvisoria o non si vogliono fare spese supplementari e il punto luce è al centro dell'ambiente, dovremo fare in modo di fissare il filo al di sopra del tavolo con un piccolo gancio a soffitto che qualsiasi elettricista sarà in grado di applicare. Naturalmente il lume non dovrà essere troppo pesante per non strappare il gancio. Tra i lumi moderni ve ne sono molti in materiale sintetico, in carta di riso, in tessuto trattenuto da un leggero scheletro in metallo o in materiale plastico. Una lampada ideale per illuminare il tavolo da pranzo è quella a cono aperto o a semisfera. Se il cono è troppo dilatato, è facile che la luce disturbi la vista di chi siede a tavola: in questo caso si dovrà usare una lampadina argentata o lattiginosa. L'inconveniente è superato se si usa una lampada a doppia riflessione, cioè alla semisfera superiore se ne oppone una seconda che nasconde la lampadina.

Nei locali in cui il tavolo da pranzo non occupa una sede ben definita (tavoli pieghevoli o usati nelle altre ore per un altro scopo) si può ricorrere a un lume a piede o a una lampada a braccio che sporge dalla parete. La zona conversazione del soggiorno va illuminata con luce diffusa, cioè saranno preferite lampade da tavolo o da terra sistemate ai lati del divano o sulla diagonale rispetto all'angolo conversazione. I lumi da terra e quelli da tavolo possono avere altezze diverse e ingombri diversi: dipende anche dalla zona a cui sono destinati. Certe lampade a stelo fili forme con piccolo riflettore orientabile stanno bene se sono slanciate, alte 180-200 cm da terra: dato il loro ridottissimo ingombro, sono da sistemare dove manca spazio. Altre lampade, quasi sculture luminose, hanno bisogno di più « libertà » perché il loro volume è maggiore: questo tipo di lume raggiunge il metro, il metro e venti di altezza. Le lampade da tavolo per la zona conversazione possono essere molto basse, corpi luminosi che si adagiano sui ripiani, o possono avere una base e un cappello come i classici abat-jour: in questo caso, stando seduti sui divani, non si dovrà vedere il portalampada, quindi il lume avrà l'altezza proporzionata a quella del ripiano su cui è posata. Diciamo che i lumi da tavolo tipo abat-jour potranno misurare da 40 a 70 cm secondo l'altezza del piano su cui sono posati.  Il lume da soffitto diventa superfluo in soggiorno quando la cucina è abbastanza grande da poterci organizzare l'angolo pranzo: nel soggiorno. Chi preferisse ottenere anche un'illuminazione generale, può scegliere quella riflessa, sistemando tubi fluorescenti in scanalature che definiscono un tratto di soffitto ribassato (dove potrebbero, invece, essere incassati tanti piccoli oblò luminosi). L'illuminazione delle varie zone del soggiorno può anche essere ottenuta con un complesso di piccoli riflettori scorrevoli su un apposito binario a soffitto che indirizzino la luce nei punti voluti. Va anche ricordata l'illuminazione di quadri o di oggetti d'arte. Per i primi sono indicati i piccoli riflettori da parete che mandano la luce in un punto preciso ( luce diretta ); per gli oggetti andrà bene la luce diffusa quando la loro sistemazione è in nicchia o in contenitori con antine di vetro. Il cielino della nicchia o del mobiletto sarà in vetro opalino che scherma lampade fluorescenti. Se gli oggetti sono posati su una mensola o sui ripiani della libreria, andranno bene piccoli spot agganciati ai ripiani. rimarrà abbastanza spazio per una zona studio, lettura o relax. Sullo scrit­toio vi sarà un lume da tavolo a luce diretta che illumini bene il piano, mentre nell'angolo lettura andrà bene una lampada a luce diretta del tipo da terra. Per i tavoli da lavoro o da disegno, i lumi migliori sono quelli a snodo con morsetto per ancoraggio al ripiano del tavolo.

 

 

L'illuminazione del bagno

Quando il bagno, è « normale », senza separazione in zone, due fonti di luce possono bastare: una centrale e una a parete. Non è detto che l'illumina­zione generale dell'ambiente debba essere fornita da una luce da soffitto: potrebbero andar bene anche una o due appliques, a luce diffusa ma intensa. Attenzione: se una lam­pada, data la sua posizione, può essere rag­giunta da spruzzi d'acqua, bisogna che sia molto ben isolata (del tipo da esterno, per esempio) per ragioni di sicurezza.  Se il lavabo è inserito in un ripiano che fa anche da toeletta, bisogna che lo specchio a parete sia ben illuminato con lampadine si­stemate dietro al perimetro dello specchio, o anche in vista, ai lati, purché siano lampadine antiabbaglianti. La fonte luminosa, quando ci si specchia, deve sempre provenire dal da­vanti, meglio dai lati, piuttosto che dall'alto (si creerebbero ombre fastidiose).
Anche in cucina, al posto dell'unica lampada centrale, vanno installate luci particolari nei vari punti di attività che sono: preparare i cibi, cucinare, consumare i pasti quando le dimensioni dell'ambiente lo consentono. In quest’ultimo caso è necessario un lume da soffitto con sali scendi, che possa essere abbassato sul piano del tavolo o alzato quando si richiede un'illuminazione generale dell'ambiente. Altra soluzione è un tratto di soffitto ribassato con faretti incassati o, ancora, un binario elettrificato con spot che indirizzano la luce nel punto voluto. Per illuminare da vicino le varie zone di lavoro, possono essere usati i soliti piccoli faretti con supporto in materiale plastico o in metallo.

 

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